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Tav, sì definitivo della Camera. Costi quantificati in 8,3 miliardi, M5S protesta con striscioni: “Stupro del territorio”

Il ddl, approvato con 285 voti a favore, ratifica il trattato tra Italia e Francia sulla linea ferroviaria Torino-Lione, fissando così l'inizio dei lavori. Contrari i pentastellati, Di Maio: "57 km di tunnel che sventra inutilmente un intero territorio". D'Esposito: "Mentre in Italia si decideva, gli altri paesi già scavavano"

L’Alta velocità fra Torino e Lione si farà. La Camera ha dato il via libera definitivo al ddl, già approvato al Senato, che ratifica il trattato tra Italia e Francia sulla Tav. Il testo è passato con 285 voti a favore, 103 contrari e tre astenuti. A votare contro il Movimento 5 Stelle, Sinistra italiana-Sel e Alternativa libera. Durante la votazione finale i deputati pentastellati hanno esposto in Aula e nell’emiciclo striscioni e foulard con la scritta ‘No Tav‘.

L’esecuzione dell’accordo fissa il definitivo inizio dei lavori sulla linea ferroviaria Torino-Lione, a 25 anni di distanza dall’avvio dell’iter. In particolare, si quantificano i costi in una cifra pari a 8,3 miliardi di euro, definendo la ripartizione fra Italia e Francia, soggetta a “verifica annuale fino al completamento dei lavori”. I portavoce del M5S parlano di “costi imprecisati” e “stupro del territorio”. Per il senatore dem Stefano Esposito “si scrive una pagina importante della storia infrastrutturale del nostro Paese”. Soddisfazione anche per il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino: “Ascoltare è servito”.

Poco prima della votazione il primo a esprimere tutta la sua contrarietà alla Tav è stato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. In un post su Facebook ha parlato di una “ratifica vergognosa” e di “57 km di tunnel che sventra inutilmente un intero territorio, con costi stimati, secondo gli ultimi preventivi, in 26 miliardi“. Gli ha fatto eco poco dopo la deputata M5S Maria Edera Spadoni: “Un voto che sventra una valle, prosciuga i corsi d’acqua, sparge polvere di amianto su tutto il territorio. Ecco cos’è l’accordo Italia-Francia sulla Tav”. “Hanno ignorato completamente il popolo valsusino – ha proseguito la relatrice di minoranza –  hanno presentato calcoli inattendibili del costo dell’opera, mentre la corte dei conti francese si è espressa apertamente contro questo progetto. Senza contare il rischio di infiltrazioni mafiose, rischio comprovato dalle intercettazioni telefoniche in odore di ‘ndrangheta di luglio, dove si parla di finanziare il movimento ‘Sì Tav’ per creare nell’opinione pubblica un orientamento favorevole all’opera“, ha detto la deputata Spadoni. “Siamo sicuri di aver portato la voce della Valsusa – ha concluso – una voce troppo spesso dimenticata in questo palazzo”.

“Mentre in Italia si decideva se fare o meno l’opera, gli altri Paesi Europei scavavano e costruivano tunnel. Oggi si scrive una pagina importante della storia infrastrutturale del nostro Paese”, ha commentato sul fronte opposto il senatore Pd Stefano Esposito. “La Torino-Lione è stata un fenomeno sociale cavalcato nel peggiore dei modi dalla peggiore delle società a trazione antagonista”. “Un esempio emblematico – ha aggiunto – di come legittime diversità di pensiero possano essere strumentalizzate a fini politici o ideologici lontanissimi non solo dal senso dell’opera, ma anche dalle posizioni di chi era ed è contrario all’opera, ma mantiene un profilo di rispetto istituzionale e dignità civica”.

Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, “la morale è che bisogna sentire le comunità coinvolte. Ascoltare è servito. Il progetto è cambiato, e coinvolgerà pienamente Torino, che prima era tagliata fuori”. “Ma quando vedo manifestazioni No Tav con più bandiere che persone – ha concluso – mi è difficile non dire che si tratta di iniziative pretestuose”.