In tema di lauree era intervenuto anche il viceministro del Lavoro, Michel Martone. Era il 2012, era l’era di Monti a Palazzo Chigi e quella era la sua prima uscita pubblica durante un incontro sull’apprendistato organizzato dalla Regione Lazio. “Dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni, sei uno sfigato”. Poi le scuse, canoniche. “Non mi riferivo a tutti quei ragazzi che per necessità, per problemi di famiglia o di salute o perché devono lavorare per pagarsi gli studi, sono costretti a laurearsi fuori corso”. Allora era il braccio destro di Elsa Fornero, ministra nota per le lacrime mentre spiegava in conferenza stampa la riforma delle pensioni. In parte bocciata, peraltro, dalla Consulta. Parlando dei giovani nel 2011 aveva detto: “Non bisogna mai essere troppo ‘choosy‘ (schizzinosi), meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro e non aspettare il posto ideale”. Salvo poi specificare che “i giovani italiani oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro, tanto è vero che sono in condizioni di precarietà. In passato, qualche volta, poteva capitare ma oggi i giovani italiani non sono nelle condizioni di essere schizzinosi”. Un altro caso in cui le scuse non contano, travolte dalla bufera mediatica e dall’opinione pubblica. Da polemiche che durano settimane per colpa di un “errore”.

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Da Padoa Schioppa a Poletti, i giovani offesi dalla politica: bamboccioni, choosy, sfigati. E precari

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