I fatti risalgono al biennio 2007-2008. L'autore avrebbe gonfiando le spese per il lavoro di preparazione del film "Scusa se ti chiamo amore". Lo scrittore si è difeso sostenendo di essere stato già "assolto, come provano anche gli assegni a riscontro dei pagamenti"
Federico Moccia, autore del romanzo “Tre metri sopra il cielo“, avrebbe evaso le imposte, gonfiando le spese per il lavoro di preparazione del film “Scusa se ti chiamo amore”, indicando alcune prestazioni mai ricevute nella dichiarazione dei redditi. La vicenda è raccontata dal Corriere della Sera. La procura gli contesta violazioni che si riferiscono al biennio 2007–2008 e che hanno portato lo scrittore sotto processo.
Secondo il pm di Roma Mario Dovinola, Moccia ha evaso un milione e quattrocento mila euro di tasse. Ma ieri l’autore, interrogato in aula durante il processo, si è difeso sostenendo di essere stato già “assolto, come provano anche gli assegni a riscontro dei pagamenti”. Un’affermazione questa che, ricorda il quotidiano di via Solferino, non è piaciuta al giudice Anna Maria Pazienza che ha bacchettato l’autore: “Mi mancano ancora tutti gli estratti conto”.
Nel 2007, per la preparazione della pellicola del film, in cui vennero scelto come protagonisti Raol Bova e Michela Quattrociocche, lo scrittore si rivolse a due società: la MR Trade e la Emmebi srl. A loro affidò, attraverso la sua ditta individuale “Federico Moccia”, il lavoro di intervistare in tutta la penisola persone di diversa età per avere diversi punti di vista utili a creare la sceneggiatura del film. Un’operazione questa contenuta in numerosi dvd che Moccia ha specificato di aver “consegnato alla Guardia di Finanza” per provare che le prestazioni ricevute sono reali, come conferma dei versamenti.
Nel corso di un accertamento delle Fiamme gialle, laddove avrebbe dovuto avere sede la MR Trade, è stato trovato un magazzino. Circostanza ricordata dal pm Gianluca Mazzei durante l’udienza, mentre chiedeva a Moccia se era mai stato in via Santa Maria Goretti, domicilio dell’impresa. “Certo – ha risposto lo scrittore – era il 2006, stavano al primo piano”. A quel punto, ricorda il Corriere, il pm ha messo in difficoltà l’autore ricordandogli che i finanzieri hanno trovato un locale vuoto durante l’accertamento. Inoltre, il pm ha chiesto di chiarire cosa fossero le ricerche di mercato affidate alla Mr Trade con tre fatture complessive da 444mila euro a inizio 2008. Moccia ha risposto dicendo “non ricordo, c’era un contratto”. La sentenza sarà attesa a maggio prossimo.