Secondo Isna, la rivendicazione è stata diffusa attraverso una pubblicazione jihadista, in cui si sostiene che all'organizzazione dell’ omicidio hanno contribuito in frange ultranazionaliste vicine ai 'lupi grigi' e il "Partito turcomanno islamico". Ma le indagini proseguono: 13 persone legate all'assassinio sono finite in manette
Jaish al Fatah, coalizione di gruppi ribelli siriani predominata da Al Nusra, ha rivendicato l’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov, avvenuto lunedì sera per mano del poliziotto turco Mevlut Mert Altintas, poi ucciso dalle forze di sicurezza. La notizia è riportata da media turchi che citano come fonte l’agenzia di stampa iraniana Isna, vicino al governo di Teheran. Mentre Erdogan, durante una conferenza stampa, ha detto che Altintas “era membro della rete del predicatore esiliato Fethullah Gülen”. Versioni contrastanti quindi, a cui si somma la smentita dei qaedisti che negano ogni responsabilità.
Per l’agenzia stampa iraniana Isna, la rivendicazione è stata diffusa attraverso una pubblicazione jihadista, in cui si sostiene che all’organizzazione dell’omicidio hanno contribuito in Turchia frange ultranazionaliste vicine ai ‘lupi grigi‘ e al “Partito turcomanno islamico“. Ma Muhammad al Ansari, uno dei portavoce di Jabhat Fath al Sham (l’ex al Nusra), interpellato dall’Ansa ha affermato che “quanto diffuso oggi da alcuni media è falso” e che il gruppo “non è legato in alcuno mondo all’uccisione dell’ambasciatore russo”. Nei giorni scorsi, il loro assedio a due località sciite nella provincia di Idlib, Fuaa e Kefraya, era stato al centro delle controversie per l’accordo sull’evacuazione di Aleppo est.
La Turchia, invece, continua a puntare il dito contro il movimento di Fethullah Gulen per l’assassinio dell’ambasciatore russo. A farsi portavoce delle accuse era stato il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu in un colloquio con il segretario di stato americano John Kerry in cui aveva assicurato che anche Mosca condivide l’accusa. Ma il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, rispondendo oggi a una domanda su un eventuale coinvolgimento della presunta rete golpista di Gulen è stato cauto: “Mosca ritiene che sia necessario aspettare i risultati del lavoro del comitato investigativo congiunto”. La Russia ha infatti inviato ieri ad Ankara 18 persone che parteciperanno alle indagini, si tratta di ufficiali dei servizi segreti e del Comitato investigativo e di funzionari del ministero degli Esteri. Fino a questo momento sono finite in manette 13 persone legate all’assassinio dell’ambasciatore.
Secondo l’emittente turca ‘Haber 7‘, sei persone sono finite in manette nella provincia di Aidyn, dove è nato il killer di Karlov, il poliziotto 22enne Mevlut Mert Altintas. Tra loro ci sono il padre, la madre, la sorella e altri parenti dell’omicida. Altri sei sospetti, dei quali non è stata rivelata l’identità, sono stati fermati a Smirne. E’ stato arrestato, infine, anche un avvocato proprietario dell’appartamento ad Ankara in cui Altintas ha vissuto per un breve periodo.