Politica

Votare subito? Sarebbe giusto, ma non opportuno

Davvero dovremmo andare al voto anticipato con questa classe politica ancora riconoscibile dal marchio del “Porcellum”? Se fossimo una normale democrazia questa domanda non ce la faremmo nemmeno. Invece a causa delle successive “spade di Damocle”che dal 2011 continuano ad oscillare minacciose sul nostro capo allo scopo di creare sgomento e necessità di cambiamento, i politici italiani hanno sprecato sei anni in riforme del tutto deleterie sia per l’economia che per la politica del nostro paese.

Vero che nel mezzo ci sono state (nel 2013) elezioni che hanno dato vita ad una nuova legislatura, ma è vero anche che quelle elezioni non solo non hanno risolto nessun problema reale (hanno dovuto rieleggere Napolitano) ma hanno dato vita ad un governo (quello di Renzi) partito subito sul piede sbagliato per il modo come è stato “liquidato” Letta. E subito dopo al famigerato “mega-inciucio” (Renzi-Berlusconi) per un accordo su riforme che non erano nemmeno state presentate al popolo durante la campagna elettorale. Quando poi Renzi, litigando con B. sul nome di chi sarebbe stato il futuro Capo dello Stato (Mattarella, ndr), ha deciso che con la sua maggioranza avrebbe potuto fare tutto da solo, incluso la riforma della Costituzione, la parabola calante del “premier pigliatutto” ha cominciato a diventare un piano sempre più inclinato verso il disastro (non solo per lui purtroppo!).

La “batosta” presa dal suo partito alle elezioni amministrative non è bastata a moderare la sua bulimia di potere unita all’ansia di rottamazione di tutto ciò che non era riconducibile al suo volere, così ai primi ostacoli ha ceduto alla classica tentazione dei giocatori che tentano di rifarsi alzando la posta, ma finendo in rovina.

Benché Renzi abbia doti naturali decisamente non comuni e potrebbe diventare davvero un buon statista, è chiaro che la sua inesperienza al massimo livello del potere unita alla sua troppo giovane età per quella posizione, lo ha indotto a commettere errori gravissimi sia sul piano personale (ha giocato d’azzardo sulla vittoria del SI nel referendum) facendo persino dichiarazioni irresponsabili (“se perdo me ne vado!”), che sul piano politico, mettendosi contro tutti gli altri partiti e una parte consistente del suo stesso partito (commettendo quindi il più classico degli errori di strategia, conosciuto fin dai tempi dell’impero romano).

Ora si deve concedere un periodo di riposo forzato che, nel suo stesso interesse, non può essere breve.

E soprattutto, quando rientrerà dovrà evitare di farlo al massimo livello. Finché non avrà dimostrato di aver capito la lezione nessuno potrà mai fidarsi di lui, quindi riuscirebbe solo a spaccare di nuovo l’Italia. Anche per queste ragioni occorre dar tempo a lui e a Gentiloni (e all’Italia!), di assorbire il colpo di una politica di riforme affrettata e ancor più mal guidata. Negli ultimi sei-sette anni si è persino abusato (non solo da parte di Renzi ma anche da molti leader europei) del termine “riforme”, tanto che da sinonimo di cambiamento per la modernità e il progresso, quel termine, che lui ha spesso sostituito con “rottamazione” (tra gli applausi dei soliti qualunquisti), ha finito per diventare sinonimo di “disastro”.

A questo punto quindi, al di là della necessità di fare una legge elettorale che somigli il meno possibile al famigerato “Porcellum” (quindi no all’Italicum che è persino peggio), le uniche riforme che questo Parlamento deve fare con urgenza sono solo quelle che servono esclusivamente al popolo per risolvere i gravissimi problemi che la crisi e una dissennata politica economica europea hanno creato e continuano tuttora a creare (per esempio con le sciagurate regole di ricapitalizzazione delle banche).

I tempi tecnici per fare la riforma elettorale dicono già che non si potrà votare comunque prima della prossima estate. Questo però vedrebbe subito i partiti impegnati nella nuova “campagna elettorale” per altri sei mesi e gli italiani martellati ancora per un periodo lunghissimo invece che ben governati come hanno invece grande bisogno. Tutto questo solo allo scopo di regalarci l’Italicum? Cioè una delle peggiori “schiforme” renziane? No, per pietà!

Gentiloni è un politico maturo, equilibrato ed esperto almeno quanto basta per traghettare con successo l’Italia nella prossima legislatura naturale che non è poi tanto lontana essendo a metà 2018. Possiamo arrivarci con il “Mattarellum”. L’importante è fare subito le cose urgenti che servono al paese per rilanciare l’economia, per dare lavoro ad una massa impressionante di disoccupati cronici e per ridare un po’ di equilibrio alla distribuzione della ricchezza.

Per troppi anni i nostri politici hanno fatto quasi esclusivamente riforme che servivano a loro per lavorare di meno, avere più potere e godersi privilegi perlopiù immeritati. Ora è tempo di farli lavorare seriamente per noi, come è scritto nella Costituzione che grazie a Dio abbiamo salvato dalla loro cupidigia.

Le vere riforme utili alla gente sono altre. Qui non c’è più spazio, ne riparleremo presto.