"Ho fatto esclusivamente il mio dovere di consulente nell'interesse pubblico dell'azienda", ha dichiarato più volte ai pm di Roma l'ex assessore all'Ambiente della giunta Raggi indagata con l'accusa di aver compiuto violazioni ambientali nelle vesti di referente Ippc negli impianti di Rocca Cencia e via Salaria
All’Ama era una semplice consulente. Non cambia linea Paola Muraro, ex assessore all’Ambiente della giunta Raggi, interrogata mercoledì dai pm di Roma. “Ho fatto esclusivamente il mio dovere di consulente nell’interesse pubblico dell’azienda”, ha dichiarato più volte la funzionaria indagata con l’accusa di aver compiuto violazioni ambientali nelle vesti di referente Ippc negli impianti di Rocca Cencia e via Salaria. Ribadendo, riporta Il Messaggero, la tesi difensiva adottata fin dall’inizio: Muraro non avrebbe rivestito mansioni dirigenziali, ricoperte invece dagli altri quattro indagati.
L’ex titolare dell’Ambiente nella giunta capitolina, anzi, ha rilanciato e depositato una serie di mail con l’intento di dimostrare di aver segnalato più volte anomalie nel trattamento dei rifiuti. “Ho sollecitato l’Ama per migliorare il funzionamento degli impianti e ho sempre segnalato le anomalie che avevo riscontrato – ha detto Muraro ai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo e al pubblico ministero Alberto Galanti – ci sono decine e decine di mail che lo possono dimostrare. Oltre a questo non potevo fare perché non avevo potere di delega né di spesa. Ero una semplice consulente”.