MORIREMO CONNESSI E FELICI - 10/10
Viviamo in un mondo chiuso e impaurito? Non raccontiamoci le solite storie. Lo studioso e stratega geopolitico Parag Khanna smonta ogni teoria nefasta per il futuro della terra in Connectography (Fazi editore), ricordandoci che mai come oggi esiste la “fioritura di un mondo multipolare di tante civiltà nel quale continenti e regioni consolidano la propria coesione interna mentre estendono i propri legami esterni”. Quindi niente paura se geograficamente centinaia di milioni di persone scapperanno dalle zone equatoriali, a causa del mutamento del clima, e si trasferiranno in Russia e Canada che rispettivamente triplicheranno e duplicheranno la loro popolazione, afferma Khanna. Perché la forza rivoluzionaria del XXI secolo sarà una soltanto: la connettività. Quindi niente più “scontro tra civiltà” alla Huntington, o amenità vintage da “guerra fredda”: il ruolo dei confini nazionali non vale più una cicca di fronte al traffico di merci, persone e dati che quotidianamente li attraversano, sorvolano e aggirano. Il cambio di paradigma è evidente. Le vecchie cartine geopolitiche non servono più. Vanno usate quelle che Khanna mostra nell’enorme e dettagliatissimo volume, tutte imperniate su nuovi confini che diventano flussi colorati di ferrovie ad alta velocità e linee immaginarie fatte di scambi di terabyte al secondo. Un ottimismo travolgente che cancella differenze di classe, e lascia ipnotizzati per ardore e coraggio nel leggere la sfera di cristallo del pianeta terra. Con un risultato comunque apprezzabile: le mappe dovranno rappresentare un mondo in cui le linee che lo collegano sono molte di più di quelle che lo separano. Sfogliare per credere.