VIAGGIO TRA ISOLE REMOTE E PAESI SOGNATI - 7/10
Stanchi delle solite mete di viaggio? Avete bisogno di ridisegnare confini da superare? Allora le uniche possibili guide di questo Natale 2016 s’intitolano Atlante dei Paesi Sognati di Dominique Lanni, e Atlante delle Isole Remote di Judith Schalansky, entrambi editi da Bompiani. Terre, isole e città che richiedono con voce sommessa ma decisa il loro spazio sulle mappe ufficiali del mondo moderno. Come si fa a pensare ancora alle Maldive quando nessuno vi ha ancora portato a Ogigia, il rifugio di Calipso che risulta al largo di Gibilterra? Omero ed Erodoto la collocano l’uno sulla costa africana, l’altro su quella europea, ma entrambi concordano nell’affermare che fosse abitata dalla più bella delle ninfee. Poi tra i “paesi sognati” ci sono il Catai e il Cipango di Marco Polo, il Colchide, il paese del vello d’oro che sorgerebbe sul Mar Nero, e i fantomatici resti della fortezza di Golconda sul Golfo del Bengala. Schalansky invece ci illustra le cinquanta isole lontanissime dall’umano tran tran che per raggiungerle bisogna quasi immaginarsi un mezzo adeguato. Si va dall’Isola degli Orsi, nove abitanti, molto ma molto a Nord della Norvegia, in mezzo al Mar Glaciale Artico; fino all’isola Amsterdam in pieno oceano Indiano ad oltre 3mila chilometri dal SudAfrica e da altrettanti chilometri dall’Australia. Ma ci sono anche l’Isola della Delusione, in mezzo al Pacifico, a 4mila chilometri dalle Hawaii, chiamata così dal povero Magellano che dopo centinaia di giorni di navigazione avvistò questa terra senza trovarvi alcunchè con cui cibarsi; e il solitario Fangataufa, atollo disperso e disabitato, 40 chilometri da Mururoa, oltre quattromila dalla Nuova Zelanda, dove i francesi effettuarono terrificanti test atomici negli anni sessanta.