Secondo i dati dell'Unicef, sarebbero almeno 3000 i bambini evacuati dai quartieri della città siriana, mentre altri 4000 sono intrappolati in quel che resta della città di cui molti orfani e senza famiglie, che hanno bisogno di aiuto immediato o rischiano la morte
Avvolti in una coperta per manifestare vicinanza ai bambini di Aleppo e della Siria. Con questo gesto simbolico, “di calore umano e protezione”, oggi l’Unicef ha chiamato a raccolta cittadini e volontari in una mobilitazione pubblica a Piazza del Popolo, a Roma. Con striscioni e bandiere azzurre, in occasione dell’odierno #Aleppoday, gli operatori hanno voluto “aprire un varco nell’indifferenza verso questo conflitto” e invitare tutta Italia a esporre sui balconi e sulle finestre una coperta.
Secondo i dati dell’Unicef, sarebbero almeno 3000 i bambini evacuati dai quartieri di Aleppo est, mentre altri 4000 sono intrappolati in quel che resta della città di cui molti orfani e senza famiglie, che hanno bisogno di aiuto immediato o rischiano la morte. “E’ una corsa contro il tempo”, ha detto il portavoce dell’Unicef Andrea Iacomini, “molti dei bambini non sono vaccinati”. Prima dell’assedio la copertura vaccinale era appena del 30%, poi crollata ulteriormente fino al termine dell’assedio. Iacomini sottolinea che “mentre l’evacuazione continua, notizie non confermate riportano di bambini e civili morti sui bus a causa del sovraffollamento di massa. Un fatto grave, orribile. Occorre vigilare perché certi fatti, se confermati, non si verifichino, sarebbe paradossale, disumano”.
Per questo, conclude il portavoce, “con queste coperte copriamo due volte i bambini: concretamente, perché hanno bisogno di riparo e vogliamo raccogliere fondi per portare loro aiuto, e simbolicamente”. Anche Roberto Mancini, ex calciatore ed allenatore di calcio, che con l’Unicef ha visitato il campo profughi di Zàatari, si è unito all’appello. “Se uno ha un pò di coscienza – ha detto l’ex calciatore – e vede le immagini di Aleppo, di questi bambini che muoiono, non può non far niente, anche un minimo sforzo”. Gli italiani, ha concluso, “hanno un cuore grande, bisogna fare qualcosa per questi bambini, che hanno freddo e vivono nelle lamiere”.