Il giovane iscritto nel registro degli indagati nell’ambito della nuova inchiesta aperta a Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, è Andrea Sempio. La sua iscrizione è un atto dovuto in seguito alla trasmissione da parte della Procura Generale ai pm pavesi degli atti depositati dai legali di Stasi
La procura di Pavia ha accolto l’esposto della mamma di Alberto Stasi e, nell’aprire una nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, ha indagato, come scrive il Fatto Quotidiano, un amico del fratello della vittima le cui tracce di Dna, secondo un perizia della difesa, sarebbero state trovate sotto le unghie di Chiara. Inoltre è stata accolta l’istanza di richiesta della revisione del processo presentata dalla difesa di Alberto Stasi, ritenuta “fondata” dal Procuratore generale di Milano Roberto Alfonso. Da quanto si è saputo il pg ha trasmesso la richiesta alla Corte d’Appello di Brescia.
Il giovane iscritto nel registro degli indagati nell’ambito della nuova inchiesta aperta a Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, è Andrea Sempio. La sua iscrizione è un atto dovuto in seguito alla trasmissione da parte della Procura Generale ai pm pavesi degli atti depositati dai legali di Stasi. Le nuove analisi sono state condotte da un genetista su incarico dello studio legale Giarda, che si è affidato a una società di investigazioni di Milano. Per il delitto di Chiara, uccisa il 13 agosto del 2007 a Garlasco, Stasi sta scontando in carcere una condanna definitiva a 16 anni.
Nel pomeriggio di ieri, il procuratore di Pavia, Giorgio Reposo, aveva invitato alla cautela sull’apertura di una nuova inchiesta sull’omicidio: “L’unica notizia che posso confermare – aveva spiegato – è che dalla Procura generale di Milano è arrivata la busta con i documenti sul caso. Documentazione che adesso dovremo esaminare. Al momento, quindi, non siamo in grado di rispondere se verrà aperta o meno una nuova inchiesta. Solo dopo aver studiato con attenzione i documenti – aveva aggiunto – potremo fare una nostra valutazione, che trasmetteremo al gip. E soltanto a quel punto verrà presa la decisione se aprire o meno una nuova indagine. Sino a quel momento ogni ipotesi rischierebbe di risultare infondata”. Alberto Stasi è detenuto nel carcere di Bollate da un anno.