FLORENCE di Stephen Frears. Con Meryl Streep, Hugh Grant. (GB, 2016). Durata 110’ Voto 3/5 (AMP)
“Senza devozione saremmo una nullità”. Florence Foster Jenkins non ebbe mai questo problema, giacché la sua devozione per la musica era univoca e totale. Ereditiera newyorkese miliardaria ma generosa, viveva nel lusso di un’illusione: diventare una grande cantante lirica. Si cimentava, ascoltava, studiava e si esibiva presso amici e “adulatori” ma il risultato ottenuto si riproponeva ad ogni performance: la sua voce stonata e stridula che “sfidava le leggi della scienza” suscitava l’ilarità condivisa da chiunque, ma nessuno naturalmente osava sbatterle in faccia una verità troppo dolorosa. A proteggerla era soprattutto un marito giovane e premuroso, platonicamente di lei innamorato che le impediva ogni sofferenza finché la donna non prese l’ardita decisione di affrontare un pubblico vero al prestigioso Carnegie Hall. Impossibile era per un biographer raffinato come Stephen Frears trattenersi dal far propria una storia magnifica come quella di Florence Foster Jenkins, unanimemente considerata la peggior cantante della storia. Già prima di lui il francese Xavier Giannoli aveva confezionato il prelibato Marguerite con una superba Catherine Frot ma il suo adattamento si discostava totalmente dai parametri reali della cronaca, essendo ambientato nella Francia di Fin du siecle. Il britannico sceglie invece di aderire alla cronaca, mantenendo la sua eroina nella New York anni ’40, precisamente in quel 1944 che già tante ferite aveva provocato nel mondo. Ingenua di un candore autentico, Florence ignora la malvagità con una sorta di spontanea rimozione: è questo il segreto a proteggerla realmente dal crollo psicologico, ed è questa la sua arma di conquista di ogni cuore. Frears, abile edificatore di character sofisticati soprattutto femminili, unisce le proprie capacità al talento smisurato di Meryl Streep e con lei, con cui lavora per la prima volta, costruisce una Florence magnifica. Nonostante il film non raggiunga mai le vette cinematografiche della produzione precedente dell’autore de Le relazioni pericolose, non si sottrae al proprio destino di melò classico, suggestivo ed emozionante, fra risate e qualche lacrima.