Il caso di Anis Amri, il killer di Berlino che si è probabilmente radicalizzazione in un carcere italiano, accende l'attenzione sull'ultimo provvedimento di espulsione, il 131° disposto dal Viminale dal gennaio del 2015 nei confronti di uno straniero. Nelle stesse ore all’aeroporto di Tunisi atterrava, in arrivo dal Sudan via Egitto, anche Abu Nassim considerato tra i reclutatori dell’Isis in Italia
Il caso di Anis Amri, il killer di Berlino che si è probabilmente radicalizzazione in un carcere italiano, accende l’attenzione sull’ultimo provvedimento di espulsione, il 131° disposto dal Viminale dal gennaio del 2015 nei confronti di uno straniero. Si tratta di un tunisino, di 37 anni, che era in carcere per reati minori ma era stato segnalato per aver manifestato fondati segnali di radicalizzazione. “Aveva assunto gli atteggiamenti del musulmano ortodosso, esercitando la sua influenza ed il suo carisma per cambiare le abitudini religiose all’interno del carcere, inducendo – spiega il Viminale – i suoi compagni di detenzione a praticare la preghiera all’interno della propria cella”. Molti degli stragisti entrati in azione negli ultimi mesi in Europa avevano un passato criminale. Ridha Aissaoui, detenuto per reati comuni nel carcere di Treviso, l’11 agosto scorso era stato trasferito nel carcere di Padova, da dove era stato scarcerato lo scorso 28 ottobre per essere trasferito al Cie di Torino in quanto destinatario del provvedimento di espulsione.
Ma questa volta, a differenza di Amri, che trasferito dal carcere al Cie, ne era uscito con un semplice foglio di via che poi non ha rispettato, per Aissaoui è scattata l’espulsione effettiva, con il rimpatrio tramite volo diretto a Tunisi partito da Fiumicino.
Nelle stesse ore all’aeroporto di Tunisi atterrava, in arrivo dal Sudan via Egitto, anche Fezzani – o Abu Nassim – considerato tra i reclutatori dell’Isis in Italia. È stato estradato dalle autorità del Sudan, dove era stato arrestato a metà novembre scorso grazie anche al lavoro delle agenzie di intelligence italiane in base ad un mandato di cattura internazionale, dopo la condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi, emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Milano per associazione per delinquere con finalità di terrorismo. Immediatamente trasferito in carcere, Fezzani dovrà rispondere ai magistrati tunisini che lo accusano di essere coinvolto negli attentati del Bardo e di Sousse del 2015. Nato a Tunisi nel 1969 Fezzani è noto da oltre un ventennio per le sue attività nell’ambito di una delle formazioni satellite di Al Qaida, Ansar Al Sharia Tunisia (AST). Catturato in Pakistan nel 2002, è stato detenuto nella base statunitense di Bagram e poi estradato in Italia. Nell’aprile 2012, dopo un periodo di detenzione, viene espulso in Tunisia. Successivamente localizzato in Libia a gestire campi di addestramento per aspiranti mujaheddin, era poi andato nell’estate 2013 in Siria. Per poi rientrare nuovamente in Libia nel 2014 a reclutare aspiranti combattenti.