Cari amici, inizia l’ottavo anno della nostra avventura con il Fatto Quotidiano.
Il settimo, ben lontano dalle crisi di coppia che di solito lo contraddistinguono, è stato per tutti noi un anno di grande successo. Non soltanto per il numero dei lettori, che negli ultimi mesi è addirittura aumentato rispetto al 2015, in controtendenza con il trend del resto della stampa italiana. Ma soprattutto perché la nostra battaglia politica più importante, che rappresenta il nostro Dna e la nostra ragione sociale – e cioè la difesa della Costituzione, indicata come l’unica linea politica del Fatto nell’editoriale d’esordio di Antonio Padellaro il 23 settembre 2009 – si è conclusa vittoriosamente al referendum costituzionale del 4 dicembre. Quando cominciammo a opporci alla controriforma Renzi-Berlusconi- Boschi-Verdini, nel marzo del 2014, eravamo soli con Libertà e Giustizia e un pugno di grandi giuristi e costituzionalisti. I sondaggi davano il Sì vicino al 100% e il No vicino allo zero. E i soliti furbi ci guardavano con commiserazione e sarcasmo: “Ma lasciate perdere, ma non imbarcatevi in una campagna persa in partenza, ma dove volete andare, ma chi ve lo fa fare”.
Grazie anche a voi, cari lettori, e a tanti altri cittadini che si sono accostati occasionalmente al nostro giornale, ai nostri recital, ai nostri libri, ai nostri dibattiti e hanno poi passato parola, siamo riusciti in due anni e mezzo a invertire la tendenza dominante e a portare le ragioni del No al centro del dibattito pubblico, fino al trionfo referendario. Così potremo ancora eleggere i nostri senatori, evitando di paracadutare a Palazzo Madama sindaci e consiglieri regionali perlopiù inquisiti a caccia di immunità-impunità, avremo ancora Regioni dotate del potere di controllare e difendere il proprio territorio e conserveremo pressoché intatta la Carta fondamentale che ci hanno lasciato i veri Padri Costituenti: quelli del 1946-’47. Una Carta che si può sempre aggiornare e migliorare, ma che nessuno – speriamo – proverà mai più a stravolgere.
Naturalmente la nostra prima missione è quella di dare notizie, prima ancora delle analisi e dei commenti. E anche quest’anno non ci siamo risparmiati, senza sconti per nessuno. Tant’è che, come sempre, siamo stati tacciati di voler ora favorire e ora sfavorire il Pd, i 5Stelle, il centrodestra, la sinistra: le solite medaglie al valore per la nostra autonomia e indipendenza da tutto e da tutti. Le collezioni del Fatto Quotidiano anche nel 2016 sono piene di notizie esclusive, spesso frutto della bravura dei nostri cronisti, altrettanto spesso “merito” dell’autocensura degli altri giornali (che magari le notizie le hanno, ma non possono darle o sono costretti a nasconderle).
Anche nel 2016 abbiamo commesso i nostri bravi errori, ma sempre in buona fede e mai per conto terzi: per nostra fortuna, nella comunità del Fatto, non ci sono né terzi, né secondi, né primi. Ci sono semplicemente dei giornalisti liberi, spesso con opinioni diverse, ma legati da un progetto comune: lo stesso progetto dei lettori e degli abbonati che continuano a sostenerci, per lasciarci liberi da ogni condizionamento, politico ed economico.
Il merito – lo ripetiamo anche quest’anno – è soprattutto vostro: di chi ci acquista in edicola, di chi si abbona (e per questo vi chiediamo di farlo di nuovo o per la prima volta) di chi ci segue sul sito e presto – speriamo – anche su una web-tv più ricca e organizzata.
Anche nel 2017 continueremo a incontrare voi lettori in giro per l’Italia, per scambiarci opinioni, raccogliere suggerimenti e conoscere nuovi amici, sperando che inizino a leggere il Fatto e magari ad abbonarsi. La vicinanza del nostro pubblico ci ha sempre ripagati di tante amarezze, di un certo isolamento anche tra i colleghi, della valanga di querele e cause civili per risarcimento-danni e dei soliti attacchi trasversali di esponenti del potere politico ed economico, che ci appuntiamo al petto come nuove onorificenze. E come incoraggiamenti a proseguire per la nostra strada, continuando a informare come abbiamo sempre fatto, senza guardare in faccia nessuno.
Per farlo, cari lettori, abbiamo sempre bisogno di voi. Di voi che ci acquistate ogni giorno in edicola e ci consentite, per il settimo anno consecutivo, di chiudere il nostro bilancio non solo in pareggio (come nel 2015), ma addirittura con un piccolo margine di utile. Una garanzia per iniziare il 2017 con serenità, nella certezza di continuare a esistere e a far sentire la nostra voce.
Per questo vi chiediamo ancora una volta un piccolo-grande sacrificio (la crisi economica – a dispetto delle bugie sulla “crescita” – continua a farsi pesantemente sentire): quello di confermarci la fiducia, rinnovando o sperimentando per la prima volta l’abbonamento al Fatto Quotidiano.
Fare un’informazione indipendente e di qualità costa. I giornalisti vanno retribuiti. La carta è sempre più cara, come la tipografia e tutte le altre voci di spesa necessarie per mandare il Fatto ogni giorno in edicola. Il progresso tecnologico richiede un continuo sviluppo, che intendiamo realizzare con nuovi progetti e investimenti, sulla carta e sul web. Non solo: vinta la battaglia del referendum, dovremo ripensare e aggiornare i temi del giornale, per allargarli alle nuove esigenze della società. Anche con l’ingaggio di nuove firme, alcune delle quali avete già potuto notare (e, speriamo, apprezzare) nelle ultime settimane sulla prima pagina del Fatto.
In cambio della vostra rinnovata fiducia, vi assicuriamo un impegno – se possibile – ancora maggiore per essere all’altezza delle vostre aspettative. Anche rispondendo, nei limiti del possibile, alle vostre critiche, osservazioni e suggerimenti alla mail segreteria@ilfattoquotidiano.it.
Riecco dunque il nostro appello di ogni fine anno. Aiutateci a continuare e a migliorare. Stateci vicino. Aiutate la comunità del Fatto a crescere. Acquistateci in edicola. Abbonatevi e scoprite l’offerta speciale di Natale sul nostro abbonamento per diventare Partner del Fatto Social Club (clicca qui).
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A nome di tutta la direzione, la redazione e la società: Buon Natale e Buon Anno con il Fatto Quotidiano!
Marco Travaglio, Antonio Padellaro e Peter Gomez