Lo Iarc di Lione, la massima autorità mondiale in tema di studio degli agenti cancerogeni, ha certificato in data 17 ottobre 2013, che l’inquinamento atmosferico è cancerogeno per l’uomo: come l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti. In particolare risultano cancerogene le polveri sottili da pm 2.5 in giù, cioè le polveri sono tanto più tossiche quanto più sono sottili e microscopiche.
Questa certificazione imporrebbe cautela ben diversa nel dichiarare “ecologiche” le auto a benzina verde (cioè con almeno il 2% di benzene antidetonante) e con filtri antiparticolato euro 6 rispetto alle euro zero dal momento che unica discriminante per la tossicità grave resta quindi la sola quantità di combustione fossile del motore. A parità di categoria un’auto oggi pesa almeno il 30% in più di un’auto euro zero anni Sessanta (esempio Fiat 500) e quindi unica vera discriminante per ridurre la tossicità indotta (dalle malattie infiammatorie, agli ictus agli infarti sino al cancro del polmone), resta solo la quantità di auto in circolazione che va drasticamente ridotta laddove risulta eccessiva.
Stesso discorso ovviamente vale anche per i filtri degli inceneritori. Per ridurre la tossicità di impianti classificati per legge “insalubre di classe I”, quindi, bisognerebbe o evitare di farli (soluzione ottimale) o farli per legge più piccoli possibile. La portata media degli inceneritori in Europa e in Italia non supera le 120mila tonnellate l’anno, il maxi inceneritore di Acerra quest’anno “festeggerà” il superamento di oltre 750mila tonnellate l’anno di incenerimento in un unico punto della Regione Campania.
Il dato Ispra ufficiale, settembre 2016, certifica che nel 2013 tutti i nove inceneritori operanti in tutto il centro Italia (Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Molise ed Abruzzo), non hanno incenerito più di 660mila tonnellate/l’anno rispetto alle 680mila (2013) di Acerra. Quando si parla di Acerra quindi si deve obbligatoriamente parlare non del “singolo” inceneritore di Acerra ma dei nove inceneritori operanti (e quindi tossici) in un unico punto della Regione Campania. E’ per questo che la Regione Campania ha certificato che non ne servono altri.
Altra grave mistificazione in atto riguarda la presenza delle cancerogene polveri sottili non in diminuzione ma in aumento nella provincia di Napoli. Ben prima di Terra dei Fuochi e dei nove inceneritori di Acerra, come certifica nei suoi studi anche lo stesso gestore (A2a), una quota non inferiore al 40% delle mortali pm, non proviene dalle auto e/o da terra dei fuochi e/o dai 9 inceneritori di Acerra, ma dall’eccezionale sviluppo del porto e dell’aereoporto di Napoli in pieno centro cittadino.
Il Porto e l’aeroporto di Napoli sono oggi i principali generatori di polveri sottili (almeno sino al 40%) dei cittadini napoletani che muoiono per morte evitabile da inquinamento atmosferico (non meno di circa dieci cittadini al giorno) come certificato da tempo dallo studio VIIAS, a cui non ha partecipato nessun ricercatore napoletano. Tale studio dimostra che la provincia di Napoli, in assenza di interventi gestionali significativi, è la seconda provincia d’Italia per morti evitabili da inquinamento dell’aria.
Lo sviluppo del Porto di Napoli passa obbligatoriamente dall’elettrificazione immediata delle banchine del Porto, intervento che da non meno di 28 milioni di euro che nessun privato vuole spendere. I nove inceneritori di Acerra pagano come compensazione ambientale al Comune di Napoli ed Acerra 5 euro a tonnellata rispetto ai 10 euro a tonnellata pagati da tutti gli altri inceneritori d’Italia ai Comuni danneggiati. Sarebbe sufficiente, quindi, imporre al gestore dei nove inceneritori di Acerra di pagare il dovuto per disporre, in un solo anno, dei 35 milioni necessari per elettrificare le banchine del Porto di Napoli e salvare la vita a dieci napoletani al giorno.
Non basta bloccare la circolazione delle auto né migliorare la qualità del gasolio bruciato dalle maxi navi e/o maxi aere: bisogna imporre anche il blocco di attracco almeno di una maxi nave al giorno e ridurre/delocalizzare il traffico aereo. Infine, va imposta la dovuta compensazione ambientale dei nove inceneritori di Acerra. Tutto il resto sono solo chiacchiere.