Rocco Sollecito, 62 anni, detto "Sauce" fu freddato a bordo del suo suv in pieno giorno a a Laval. La pista seguita dai detective canadesi fu immediatamente quella della criminalità organizzata. Il suo nome compare anche in una inchiesta della Dia del 2004. Dopo le polemiche, il questore ha disposto che il rito venga celebrato all'alba
Nell’Italia degli inchini e delle preghiere per i capimafia arriva anche la notizia dell’invito a rendere onore religioso a un boss ucciso al di là dell’oceano. Rocco Sollecito, detto “Sauce”, 62 anni, esponente di spicco del crimine organizzato italiano in Canada, fu ammazzato il 28 maggio con colpi di arma da fuoco mentre guidava la sua Bmw bianca a Laval nella provincia di Quebec.
Sollecito fu freddato a bordo del suo suv in pieno giorno. Fu bersagliato di colpi e morì in ospedale. La pista seguita dai detective canadesi fu immediatamente quella della criminalità: “È un omicidio legato alla mafia” aveva dichiarato Franco di Genova, il portavoce della polizia di Laval. Anche il figlio di Sollecito, Stefano, è considerato dagli inquirenti canadesi capo della mafia di Montreal insieme al figlio di Vito Rizzuto, Leonardo. Il killer di Sollecito fu descritto come un uomo sui 30 anni che, conoscendo le abitudini mattutine di Sollecito, lo aveva atteso a una fermata dell’autobus, aspettando il suo passaggio in auto.
Il nome di Sollecito era emerso per i contatti che aveva con un pregiudicato sul quale indagava la Dia di Roma nel 2004. Il pregiudicato, secondo le indagini dell’epoca, era in collegamento con un presunto boss italo canadese che aveva annunciato di essere intenzionato a venire in Italia per alcuni incontri. Sollecito quindi era stato intercettato durante una conversazione in cui spiegava la situazione instauratasi in Canada, verosimilmente dopo l’arresto di Vito Rizzuto.