Sotto l’albero ha trovato un avviso di garanzia per reati ambientali. È proprio alla vigilia di Natale, infatti, che il sindaco di Messina Renato Accorinti ha appreso di essere indagato dalla procura peloritana. Giovedì scorso nella città dello Stretto, il pool interforze composto da uomini dei carabinieri, della guardia forestale e della guardia costiera ha sequestrato nove punti in cui le condotte fognarie scaricano in mare liquami considerati “altamente inquinanti”. Si tratta delle foci di nove torrenti più il quadro dei comandi del depuratore di Mili. L’indagine è coordinata dal procuratore Vincenzo Barbaro, che dopo l’addio di Guido Lo Forte regge l’interim della procura peloritana.

Dopo il sequestro dei punti di scarico, sono dunque stati notificati gli avvisi di garanzia al sindaco Accorinti, al dirigente comunale Antonio Amato, a Leonardo Termini e a Luigi La Rosa, rispettivamente presidente ed ex direttore generale di Anam, la società partecipata messinese che gestisce il servizio idrico: sono tutti accusati a vario titolo di diversi reati di natura ambientale. Nel giugno del 2006 a nominare Termini al vertice di Anam era stato lo stesso Accorinti, che un anno dopo ne aveva però chiesto le dimissioni, dato che il manager era stato nel frattempo rinviato a giudizio per truffa: adesso sono entrambi coinvolti in una delicata inchiesta per inquinamento.

Una contestazione che – nel caso del sindaco della città – appare più che altro come atto dovuto, ma che a Messina fa comunque rumore: prima di essere eletto primo cittadino, infatti, Accorinti aveva lanciato numerose battaglie in difesa dell’ambiente. Ed è anche per questo motivo che adesso il sindaco peloritano ci tiene ad essere ascoltato prima possibile dai magistrati. “Chiederò subito di essere interrogato dai magistrati: capisco che l’avviso di garanzia sia un atto dovuto, ma se a io finisco indagato qualche altro sindaco dovrebbe essere torturato”, dice al fattoquotidiano.it Accorinti, che in attesa di essere convocato in procura ha diffuso una dettaglia nota per difendersi da eventuali addebiti.

“Appena insediata, pur in assenza di risorse specifiche, l’amministrazione ha avviato interventi di pulizia, diserbo, bonifiche e sagomatura dei torrenti – spiega il sindaco – La città di Messina ha destinato oltre il 30% delle risorse del Masterplan (32,3 milioni di euro su 105) per interventi di tutela dell’ambiente, protezione del rischio idrogeologico e interventi sulle infrastrutture strategiche (acquedotto), di cui 1 milione espressamente dedicato a interventi di adeguamento e controllo degli scarichi fognari su nove impianti del canale collettore Cassina nel tratto Guardia-Mili”.

“In merito ai depuratori – si legge sempre nella nota diffusa dal primo cittadino – l’amministrazione ha compiuto tutto ciò che era nelle sue competenze per la realizzazione degli interventi finanziati (40 milioni) sul depuratore di Tono; la Regione non ha però emesso i decreti di finanziamento. L’opera è adesso commissariata dal Governo che ha nominato come commissario l’assessora Contraffatto, l’iter dopo il commissariamento è finalmente ripartito. Per il depuratore di Mili sono state acquistate le coperture per le vasche degli ispessitori e della vasca di sollevamento iniziale per eliminare i cattivi odori a Mili, le coperture sono già preso il depuratore e la loro istallazione è prevista per il mese di gennaio 2017”.

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