A pochi giorno dall’apertura di una inchiesta bis per il delitto di Garlasco arriva la notizia che potrebbe essere fissata a breve l’udienza per la eventuale revisione del processo. “Abbiamo ricevuto la richiesta di revisione dalla Procura generale di Milano e in tempi rapidi sarà fissata udienza, impossibile però ad oggi stabilire quando avverrà” ha spiegato Claudio Castelli, presidente della Corte d’Appello di Brescia. “Le carte inviate dalla Procura di Milano e girate alla sezione penale della Corte d’Appello si limitano alla mera richiesta di revisione – ha aggiunto Castelli – Bisogna capire quali accertamenti serviranno”. La revisione del processo è stata chiesta dai legali di Alberto Stasi dopo che indagini difensive avrebbero accertato la presenza del Dna di Andrea Sempio, sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa nel 2007.
Gli avvocati della famiglia della vittima hanno però depositato alla Procura di Pavia gli atti relativi al processo a carico di Alberto Stasi, sottolineando “la totale infondatezza di qualsivoglia ipotesi volta a prospettare delle responsabilità di terzi nell’omicidio, il cui unico autore (Alberto Stasi, ndr) è già stato condannato da una sentenza irrevocabile emessa in nome del popolo italiano”.
Gli avvocati della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, in una nota si sono detti “dispiaciuti per il coinvolgimento di una persona risultata del tutto estranea all’accaduto e sconcertati dinanzi alle notizie di stampa secondo le quali si dovrebbe dar credito a valutazioni scientifiche effettuate da un consulente di parte (ben lontane dall’essere una perizia) all’insaputa dell’interessato e senza alcuna garanzia per il medesimo, mentre non avrebbero invece valore le accurate analisi genetiche effettuate nel processo a carico di Stasi dal professor De Stefano con la partecipazione dei consulenti di tutte le parti ed il rispetto di tutti i protocolli e le garanzie di legge”. Proprio sulla base dell’accurato accertamento che era stato effettuato in contraddittorio – hanno proseguito i legali -, la Corte di Cassazione ha dato atto che sulla base dell’esame del Dna prelevato sotto le unghie di Chiara “non era possibile fare alcuna considerazione in tema di identità o di esclusione, come più volte riconosciuto dagli stessi difensori dell’imputato”.
Secondo gli avvocati, “la condanna irrevocabile di Stasi non è certo dipesa da valutazioni inerenti il citato Dna, bensì da sette diversi elementi di prova che risultano integrarsi perfettamente come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stasi, oltre ogni ragionevole dubbio”.