Lavoro & Precari

Modena: dipendenti in sciopero, ma ristorante comunque aperto grazie a precari e personale pagato con voucher

La vicenda denunciata da Filcams Cgil e Fisascat Cisl è avvenuta il 22 dicembre nel ristorante Flunch situato all'interno del centro commerciale GrandEmilia. Una volta tornati al lavoro - fanno sapere i sindacati - i dipendenti sono stati demansionati. Ancora una volta l'Emilia Romagna si conferma capitale italiana dei voucher: gli altri casi

Il ristorante rimane aperto sostituendo i lavoratori in sciopero anche con precari e con personale pagato con i voucher. A raccontare in questi termini la vicenda – proprio mentre infuria a livello nazionale la polemica politica sui famigerati ticket per il lavoro temporaneo – sono i sindacati confederali di Modena. Il fatto – stando a quanto si legge in una nota di Filcams Cgil e Fisascat Cisl – risale al 22 dicembre. Alcune settimane fa la catena di pizzerie e ristoranti Flunch aveva annunciato la chiusura della sua sede ospitata all’interno del supermercato GrandEmilia, con il conseguente licenziamento, entro gennaio 2017, di tutti i 34 dipendenti. Da qui erano partite una serie di agitazioni culminate con uno sciopero a sorpresa il giorno 22. “Tutte le lavoratrici assunte a tempo indeterminato hanno aderito allo sciopero, ma l’azienda, che ne era venuta a conoscenza, ha comunque garantito il servizio con il personale precario e a voucher”, scrivono ora i due sindacati.

La denuncia di Cgil e Cisl tuttavia non si ferma qui. Al loro rientro il giorno 23 dicembre, le lavoratrici avrebbero trovato accanto al marcatempo in cui si timbra il cartellino una serie di frasi a loro rivolte: “Vergogna!, Con quale coraggio oggi ti presenti al lavoro?”. Infine, stando ancora al racconto dei sindacati, quel giorno alcune lavoratrici sarebbero state adibite dalla responsabile del ristorante a mansioni inferiori, “facendoci fare le pulizie, anziché stare al bar, in cucina o al servizio distribuzione”. L’azienda Flunch, interpellata da ilfattoquotidiano.it, per il momento non ha replicato alla versione dei fatti dei sindacati. Ma è a livello politico che la questione voucher continua a tenere banco. Il deputato di Sinistra Italiana Giovanni Paglia, facendo proprio riferimento a quanto denunciato dai sindacati modenesi, ha annunciato una interrogazione parlamentare al ministro Giuliano Poletti: “Lo strumento dei voucher va abolito, non semplicemente migliorato, perché ormai la loro crescita incontrollata rappresenta un elemento riconosciuto di allarme sociale e distorsione del mercato del lavoro – scrive Paglia in una nota – e lo testimoniano i numeri: 121 milioni di voucher sono stati venduti in tutta Italia nel corso del 2016, oltre 15 milioni tra gennaio e ottobre 2016 in Emilia Romagna di cui 2,5 milioni nella sola provincia di Modena, seconda soltanto a Bologna”.

Proprio l’Emilia Romagna è una delle regioni dove il fenomeno voucher ha preso piede maggiormente. Tanti gli esempi. Uno dei casi (ora risolto) al Brico di Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna. Secondo quanto riportato dal sindacalista Filcams Stefano Biosa in una intervista all’edizione bolognese della Repubblica “da gennaio ad agosto 2016 sono entrate 13 persone pagate esclusivamente coi voucher, in sostituzione di altrettanti contratti a termine”. Solo dopo l’intervento del sindacato – si legge nell’intervista – sono tornati i consueti contratti a termine che erano stati usati in passato. Nelle sette sedi bolognesi della catena di centri scommesse Sisal – sempre stando a quanto riportato dalla Filcams Cgil – ai 60 dipendenti a tempo indeterminato si sarebbero aggiunti in media, per ciascuna sede, uno o due ‘voucheristi‘ tutto l’anno invece che i soliti contratti a termine usati negli anni precedenti. “Tutto legale, tutto consentito dalle nuove norme – ha spiegato Biosa – Ma in questo modo i voucher hanno sostituito il lavoro più tutelato, altro che far emergere lavoro nero”.

Infine c’è il caso della Carrefour in Veneto. La catena francese ha deciso già da alcune settimane di tenere aperto non solo il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, ma addirittura il giorno di Capodanno, tre sedi tra cui quella del paese a 15 chilometri da Mestre. “Carrefour Italia – ha spiegato la multinazionale francese – ha deciso di aprire al pubblico il punto vendita di Marcon nella giornata del 26 dicembre e il 1 gennaio nell’ottica di fornire un servizio importante e richiesto dai propri clienti. Riguardo agli orari di lavoro, l’azienda conferma l’assoluta volontarietà per i propri dipendenti a coprire questi turni”. Dura la replica della Filcams Cgil: “Carrefour sarà aperto quasi solamente grazie al lavoro dei voucheristi – ha spiegato la sindacalista Roberta Gatto – che ovviamente non se la sentono di rifiutare la chiamata, per non rischiare di perdere opportunità successive di lavoro. Da parte nostra cercheremo di attivare una campagna importante per convincere la gente a non andare a fare la spesa nelle date in questione”.