Mafie

Salta la messa in suffragio del boss, a Grumo Appula la chiesa rimane chiusa. Parroco: “Il Papa mi riceva”

Il divieto di celebrare la funzione è arrivato direttamente dall'arcivescovo di Bari mons. Francesco Cacucci. A scatenare le polemiche era stato il manifesto di don Michele Delle Foglie che invitava i fedeli a partecipare al rito in ricordo di Rocco Sollecito, ucciso in Canada nel maggio scorso

Niente messa in onore del boss Rocco Sollecito. Sono infatti rimaste chiuse le porte della chiesa di Grumo Appula dove questa mattina alle sei avrebbe dovuto tenersi il rito religioso in suffragio del 62enne ucciso in Canada nel maggio scorso. “La famiglia Sollecito ha revocato la prenotazione della messa a suffragio di Rocco Sollecito che, quindi, non si terrà alle 18:30 né si è tenuta stamattina alle sei, come stabilito dal Questore e come da divieto dell’arcivescovo. Penso di far giungere un appello a Papa Francesco affinché mi riceva come il padre accoglie un figlio nel dolore”. E’ quanto scrive in un messaggio a Radionorba il parroco di Grumo, don Michele Delle Foglie (nella foto), finito al centro delle polemiche per aver invitato la cittadinanza alla messa in suffragio del boss.

Inizialmente la messa era prevista per questo pomeriggio alle 18 e 30. E’ stato il questore di Bari Carmine Esposito ad anticiparla, e ad imporre che fosse celebrata in forma strettamente privata, alle sei di questa mattina per motivi di ordine pubblico e di sicurezza, dopo le polemiche scatenate dal manifesto. Ma nella tarda serata di ieri è arrivato anche il divieto dell’arcivescovo di Bari, mons. Francesco Cacucci. Da qui la decisione della famiglia Sollecito. E così la chiesa di Grumo alle sei è rimasta chiusa ed è stata aperta poco dopo le 7 di questa mattina per la messa normale.

Sulla vicenda interviene anche il sindaco Grumo, Michele D’Atri: “Dopo l’ennesima segnalazione è arrivato il momento che il vescovo prenda provvedimenti. Credo che su don Michele Delle Foglie ci sia un profilo di incompatibilità col territorio per via dell’attività imprenditoriale della famiglia che sta tentando di aprire da anni il più grande impianto di compostaggio della regione in contrasto con il volere dell’Amministrazione comunale”.

Il primo cittadino sottolinea che già nei giorni scorsi, dopo l’affissione del manifesto, aveva informato le forze dell’ordine e la curia. Ricorda anche di aver più volte segnalato al vescovo di Bari, Francesco Cacucci, comportamenti “non condivisibili tenuti dal parroco che hanno letteralmente spaccato in due la comunità civile e religiosa di Grumo, arrivando a chiudere le porte della chiesa persino ad una statua della Madonna in processione”. “Lui usa il pulpito – continua il sindaco – per sbraitare con chi si mette contro le sue posizioni”.

Rocco Sollecito venne crivellato di colpi il 28 maggio scorso in pieno giorno, mentre era alla guida della sua Bmw bianca a Laval, nella provincia di Quebec. Un agguato in stile mafioso che rappresentò un nuovo duro colpo per una delle famiglie mafiose del clan Rizzuto, ritenuto dagli investigatori d’oltreoceano tra i più potenti del Canada. La pista seguita dai detective canadesi fu immediatamente quella della criminalità organizzata: “È un omicidio legato alla mafia” aveva dichiarato la polizia di Laval. Ma anche in Italia il nome di Sollecito spunta in un’indagine della Dia di Roma nel 2004.