C’è un mondo dove sanità e politica si intrecciano in un nodo di interessi. È il mondo sul quale il pm di Napoli Stefania Buda, che indaga sul ‘patto della frittura di pesce’ tra Vincenzo De Luca e i sindaci, intende aprire uno scenario investigativo
La sanità privata. Le cliniche e i laboratori. La ‘capacità di fuoco elettorale’ dei titolari e dei dipendenti delle strutture sanitarie convenzionate con la Regione Campania. C’è un mondo dove sanità e politica si intrecciano in un nodo di interessi. È il mondo sul quale il pm di Napoli Stefania Buda, che indaga sul ‘patto della frittura di pesce’ tra Vincenzo De Luca e i sindaci, intende aprire uno scenario investigativo. L’ufficio della Procura ha iniziato a raccogliere documentazione, tra cui un articolo del Fatto Quotidiano uscito in edicola il 30 novembre. È un articolo sui contatti tra De Luca e il mondo a cui si riferisce il Governatore Pd in un passaggio chiave del monologo del 15 novembre all’Hotel Ramada coi 300 sindaci. “Qui la sanità privata sono un migliaio di persone – dice De Luca, iscritto dal 7 dicembre nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione al voto di scambio – io credo sinceramente che per come ci siamo mossi in questi mesi, ci sia il rispetto da parte dei titolari di strutture private qualificate e possiamo permetterci di chiedere a ognuno di loro per ogni clinica, ogni laboratorio, di fare una riunione con i propri dipendenti, ma parliamo di migliaia di persone. Quindi parliamo di un blocco abbastanza organizzato, perché se l’Aiop fa una riunione con i propri associati sono 400 laboratori, e Santo Iddio facciamo due o tre di queste cose organizzate per blocchi, non disperse”.
De Luca parla in molteplici vesti: presidente della Campania; politico di spicco del Pd; anello di collegamento tra il territorio e il governo Renzi; commissario governativo campano in pectore della Sanità (nelle settimane successive la nomina diventerà ufficiale con l’ok del Parlamento al patto di stabilità); leader del comitato referendario per il Sì, presieduto in Campania dal figlio Piero e da Francesco Nicodemo, braccio destro di Renzi a Napoli. De Luca jr e Nicodemo non sono presenti al Ramada, la riunione tra De Luca e i 300 politici locali ‘a porte chiuse’ non è un’iniziativa del comitato referendario, ma del cerchio magico dei deluchiani di stretta osservanza.
Mentre sui giornali le parole di De Luca sulle fritture in cambio di voti e sul sindaco di Agropoli Franco Alfieri e la sua capacità di fare “clientele” hanno conquistato titoli e polemiche, la ‘chiamata alle armi’ della sanità privata è finita in un cono d’ombra. Non per la Procura, che intende spazzarlo via. E vuole fare luce, partendo dalla cena della sera del 28 novembre all’Hotel Holiday Inn di Napoli, finita dritta a pagina 10 de ‘Il Fatto Quotidiano’ di due giorni dopo. Organizzata da alcune associazioni di categoria della sanità privata, è stata utile a mettere in contatto De Luca e gli imprenditori del ramo. Quando ormai l’audio del ‘patto della frittura’ era diventato di dominio pubblico. Chi c’era? Chi erano i 200 imprenditori che secondo fonti del Fatto erano presenti? Cosa avrà promesso loro nel dettaglio il Governatore nel ‘comizio’ che ha tenuto durante la cena? In che termini De Luca ha criticato il commissario Joseph Polimeni, l’uomo che ha stretto i cordoni della borsa della spesa pubblica nella sanità privata? Fu un incontro anche ‘tecnico’ o soltanto ‘elettorale’? Pare proprio una di quelle “due o tre cose organizzate per blocchi, non disperse” di cui parlava De Luca al Ramada coi sindaci. Il pm ci lavorerà un po’.