Il primo cittadino e il governatore della Toscana Enrico Rossi sottolineano che sono stati usati "due pesi e due misure": per chi ha comprato bond di Rocca Salimbeni è previsto il rimborso dell'intero capitale investito. Anche il vescovo del comune toscano, durante la messa di Natale, aveva chiesto che "i princìpi applicati per salvare i risparmi degli altri siano rispettati anche quando si tratta dei diritti dei poveri aretini"
Non si placano le polemiche sulla disparità di trattamento riservata ai risparmiatori aretini rispetto a quanto previsto per i senesi, in conseguenza al ristoro delineato dal governo per gli obbligazionisti del Monte dei Paschi mentre le famiglie che hanno perso tutto con Banca Etruria sono ancora in attesa del decreto sugli arbitrati. Lo ricorda il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che si è così rivolto direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una lettera in cui chiede “il ripristino delle garanzie per gli investitori obbligazionari che, fidandosi degli intermediatori, avevano affidato i loro risparmi a Banca Etruria finendo per perderli dopo il decreto salvabanche del 22 novembre 2015”.
Nella lettera, il sindaco ricorda “il diverso trattamento riservato agli investitori del Monte dei Paschi che si sono ritrovati in situazioni pressoché identiche a quelli di Banca Etruria e che vedranno rispettate invece le proprie istanze”. Di qui l’appello perché Mattarella interceda presso il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ghinelli sottolinea poi come anche il vescovo di Arezzo Riccardo Fontana, durante la messa natalizia in Duomo, abbia detto che “su Banca Etruria questa terra chiede giustizia“. “È necessario che i princìpi che valsero per salvare i risparmi degli altri siano rispettati anche quando si tratta dei diritti dei poveri aretini”, ha continuato Fontana. “Le forme non tocca alla Chiesa indicarle, ma non taceremo finché non sia rispettato il diritto di questa città”.
Sulla stessa linea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, candidato alla segreteria nazionale del Pd, che in un post su Facebook scrive: “Mps e Banca Etruria e Popolari: due pesi e due misure. Ha ragione il vescovo di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana. Non ci possono essere due pesi e due misure per gli obbligazionisti di Banca Etruria e per quelli di Mps. La tutela del risparmio, come recita l’articolo 47 della Costituzione, deve valere per tutti. Non solo per i 40mila risparmiatori del Monte dei Paschi, cui vennero vendute 2,1 miliardi di obbligazioni subordinate per acquistare Antonveneta, ma anche per le decine di migliaia di obbligazionisti subordinati delle banche venete e dei quattro istituti falliti dell’Italia centrale – tra cui Banca Etruria – che aspettano ancora i rimborsi”. Rossi chiede poi chiarimenti al governo sul compenso dell’amministratore delegato di Mps. “Chiedo se sia vero, come da comunicato della banca, che il compenso di Marco Morelli sia di 1,4 milioni. E se, dopo l’ingresso dello Stato con i nostri soldi, debba restare al suo posto con lo stesso esoso stipendio milionario, avendo anche fallito la ricapitalizzazione con fondi privati”.