In un comunicato del ministero degli Esteri turco si sottolinea che nell'intesa non rientrano le organizzazioni riconosciute come terroristiche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. In primo luogo, dunque, l’Isis e ai qaedisti del Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra). Il ministro chiede che i miliziani Hezbollah si "ritirino" dal paese
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che “il governo siriano e i ribelli hanno concordato una tregua e l’avvio di colloqui di pace”. Indiscrezioni sul possibile raggiungimento di un cessate il fuoco erano trapelate ieri, con la notizia di un accordo mediato da Russia e Turchia. L’Esercito siriano ha annunciato di aver accettato il cessate il fuoco in tutto il Paese a partire dalla mezzanotte di oggi. Anche il Consiglio Nazionale Siriano, importante raggruppamento dell’opposizione, ha detto di essere favorevole al cessate il fuoco, ma ha aggiunto che i gruppi armati ritenuti ‘moderati’ sono pronti a difendersi se attaccati. Dopo l’annuncio dell’intesa, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiamato Putin per discutere i dettagli della tregua, oltre che dei prossimi colloqui di Astana.
Citato dalla Tass, Putin ha fatto sapere che “sono stati firmati tre documenti” per siglare “un cessate il fuoco tra governo siriano ed opposizione armata”, oltre a misure per controllarne l’attuazione. Mentre il terzo documento sarebbe “una dichiarazione di disponibilità ad avviare colloqui di pace su un accordo per risolvere il conflitto siriano”, ha affermato il presidente russo – citato dalla Tass – nel corso di un incontro con i ministri degli Esteri e della Difesa russi. Aggiungendo che “questo è un considerevole risultato del nostro lavoro congiunto, degli sforzi del ministero degli Esteri e dei nostri partner nelle regioni”. Le sigle delle formazioni ribelli che aderiscono alla tregua sono Faylaq Al-Sham, Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam, Suwar Agi Sham, Jaysh al-Mujahideen, Jaysh Idlib e Jabhat al-Shamiyah. Secondo il ministro della Difesa Serghei Shoigu “i comandanti più influenti dell’opposizione armata hanno preso parte ai negoziati, che sono durati due mesi, e hanno permesso di individuare il territorio controllato dai ribelli”.
La Turchia, mediatore dell’intesa insieme alla Russia, plaude al risultato e fa appello a tutti i Paesi che hanno influenza sulle parti in conflitto perché forniscano il necessario sostegno per arrivare ad un’effettiva cessazione delle ostilità. In un comunicato del ministero degli Esteri turco si sottolinea che il cessate il fuoco non viene applicato nei confronti di organizzazioni riconosciute come terroristiche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. In primo luogo, dunque, all’Isis e ai qaedisti del Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra). Ankara aggiunge che il governo e le opposizioni hanno acconsentito a cessare gli attacchi e a non espandere i territori sotto il loro controllo. Mevlut Cavusoglu, ministro degli esteri turco, ha anche chiesto che i miliziani Hezbollah si “ritirino dalla Siria”. L’Iran, ha sottolineato Cavusoglu, ha assicurato che farà da garante per il governo siriano e per le milizie sciite alleate, tra le quali appunto Hezobllah. Infatti, il ministro turco, in una conversazione telefonica con il suo omologo russo, ha si è detto concorde sull’importanza di coordinare la tregua in Siria con l’Iran e l’inviato speciale Onu in Siria, Staffan de Mistura.