A Milano, città che nel 2015 ha ospitato l'esposizione universale sul tema "Alimentazione", ogni settimana in ciascuno dei 60 mercati rionali, vengono buttati fino a 400 kg di cibo commestibile. Attorno a questa evidenza è nata Recup, un'associazione che si occupa di raccogliere e ridistribuire il cibo che altrimenti finirebbe nell'immondizia. Non è l'unica esperienza che va nella direzione del recupero. Il ristoratore Maurizio Verdone rielabora i cibi non serviti e dona loro una seconda vita, oltre ad offrire la possibilità di asporto del cibo non consumato tramite la doggy-bag
400 kg di frutta e verdura buttate via. Così ogni settimana a Milano nei 60 mercati rionali per un totale di oltre 20 tonnellate di cibo buttato. Succede nella città che solo l’anno scorso ha ospitato Expo, l’esposizione universale con tema l’alimentazione. Da questa situazione è nata Recup, un’associazione creata da un gruppo di giovani milanesi con un obiettivo semplice: andare di mercato in mercato (per ora sono attivi su 4), chiedere ai commercianti il cibo che altrimenti andrebbe buttato e ridistribuirlo sul momento a tutti quelli che ne hanno bisogno. “Il nostro progetto tocca tanti ambiti diversi – spiega Alberto Piccardo uno dei fondatori – C’è un attenzione verso le tematiche ambientali ma anche quelle sociali. Ci sono tante persone che vanno in giro per i mercati a rovistare nei rifiuti in solitudine. Noi raccogliamo tutti e poi concentriamo frutta e verdura in un solo punto. D’altra parte in molti mercati milanesi non c’è la raccolta differenziata. Quindi la merce scartata finisce insieme a plastica, carta e legno”. Secondo Recup alla base di questo spreco ci sono diversi fattori: in primo luogo la maggior parte dei commercianti non possiede celle frigorifere dove conservare l’invenduto. Inoltre una sovrapproduzione di frutta e verdura mantiene i prezzi molto contenuti. Per questo, acquistare più merce di quella che verrà venduta non danneggia economicamente gli ambulanti. “Per produrre s’inquina e si usano pesticidi – continua Piccardo – E’ ovvio che la produzione deve diminuire”.
Il 14 settembre 2016, è entrata in vigore in Italia la legge antispreco. Nel testo s’incentiva lo donazione di cibo attraverso sgravi fiscali. “L’obiettivo – spiega Maria Chiara Gadda, parlamentare del Pd e prima firmataria della legge – è mettere in connessione i soggetti diversi: chi genera eccedenze alimentari, dal grande supermercato al ristorante, con le tantissime associazioni di volontariato che nel nostro paese operano da tanti anni. Noi vogliamo fare in modo che prodotti sani e buoni vengano recuperati prima che diventino rifiuti”.
Ma i problemi legati allo spreco riguardano non solo la distribuzione ma anche la ristorazione: secondo uno studio del Politecnico di Milano, infatti, ogni anno nei ristoranti italiani vengono buttati via 185mila tonnellate di cibo per un valore totale di 2,6 miliardi di Euro. “Ci sono delle categorie di cibi che è difficile recuperare – spiega Maurizio Verdone proprietario del ristorante milanese Il Tempio d’oro – Ma noi sono anni che cerchiamo di utilizzare, per quanto possibile, tutto quello che acquistiamo. Da una parte gli alimenti già cucinati ma non ancora serviti al cliente vengono rielaborati per ripresentarli in altri piatti. Dall’altra diamo la possibilità ai clienti di portarsi a casa il cibo che non hanno ancora consumato attraverso la doggy-bag. Una volta si faceva poco, ora sono gli stessi clienti a richiederlo”.