Una scrittrice bolognese si è vista bloccare dal social network un annuncio con il quale voleva sponsorizzare la sua pagina social: "Viola le linee guida sulle pubblicità"
La foto della statua del Nettuno a Bologna è un’immagine troppo osé per fare pubblicità su Facebook. Una scrittrice bolognese, Elisa Barbari, si è vista così bloccare dal social network una inserzione con la quale voleva sponsorizzare la sua pagina social, in cui racconta storie e aneddoti della sua città. E per farlo aveva scelto proprio l’immagine di quello che a Bologna chiamano il Gigante e che da 500 anni troneggia, nudo e imponente, nella sua omonima piazza. È stata lei stessa a segnalare la cosa in un post del 30 dicembre: “Volevo sponsorizzare la mia pagina, ma a quanto pare per Facebook la foto del nostro Gigante è un contenuto esplicitamente sessuale che mostra eccessivamente il corpo o si concentra su parti del corpo senza che sia necessario”. Sullo stesso post Barbari riportava infatti la comunicazione ricevuta dagli uffici del social network: “La tua inserzione non è stata approvata perché viola le linee guida sulle pubblicità di Facebook perché presenta un’immagine con contenuto esplicitamente sessuale che mostra eccessivamente il corpo o si concentra su parti del corpo senza che sia necessario”.
A una seconda richiesta di chiarimenti da parte di Barbari, Facebook ribadiva i motivi della scelta: “Dal momento che non rispetta le Normative pubblicitarie di Facebook in quanto promuove prodotti o servizi per adulti, la tua inserzione non è stata approvata. Non è consentito l’uso di immagini o video di nudo o di scollature troppo profonde, anche se per fini artistici o educativi”. Per questo motivo Elisa Barbari ha dovuto cambiare immagine per la sua inserzione pubblicitaria. Tuttavia non ha rinunciato a pubblicare sul suo profilo quella foto in cui il Nettuno – creato dallo scultore Giambologna per celebrare un papa – si mostra di spalle (dunque non si vedono neppure i genitali). A essere stata bloccata infatti non è stata la pubblicazione in sé della fotografia, bensì il suo utilizzo a fini pubblicitari.
Alcuni mesi fa un altro caso di ‘nudo’ fece discutere sulle pagine del social network. La fotografia di una modella paraplegica che sfilava in passerella, e che lasciava intravedere un capezzolo, fu bloccata da Facebook. Che poi ammise lo sbaglio: “La foto era stata rimossa per errore, ma ora è stata ripristinata. Il nostro team esamina milioni di segnalazioni ogni settimana, e a volte commettiamo degli sbagli, come in questo caso. Ci siamo scusati per l’inconveniente causato”. E così è avvenuto anche in questo caso. Contattato da ilfattoquotidiano.it, Facebook ha commentato attraverso un portavoce: “Il nostro team esamina ogni settimana milioni di immagini pubblicitarie, e in alcuni casi blocchiamo per errore delle ads. Quest’immagine non viola le nostre policy per le inserzioni e ci scusiamo per l’errore. Abbiamo inoltre comunicato all’utente che la sua inserzione è stata approvata”.