Responsabilità affrontate da sola “come una ritardata mentale“. “Scelte del cazzo“, contornata dal “non plus ultra della merda”, “hai rotto er cazzo”, “Smettila de fa’ la bambina deficiente”, “Non rompere i coglioni altrimenti t’appendemo pe le orecchie ai fili dei panni sul balcone”. La destinataria è la sindaca di Roma Virginia Raggi. La mittente è Annalisa Taverna, attivista del Movimento Cinque Stelle a Roma e sorella della più nota Paola, senatrice e ex componente del mini-direttorio M5s per la Capitale (organismo che poi si è sciolto). Le parole sono datate 23 dicembre, la Taverna meno celebre le ha scritte in risposta a un commento di un’altra sostenitrice Cinquestelle che invitava a una manifestazione in sostegno alla prima cittadina. Fino a oggi nessuno le ha notate finché non sono state pubblicate in un tweet di Alessandro Onorato, consigliere comunale eletto in Campidoglio con la Lista Marchini.
#Roma in ostaggio delle correnti del #M5s La sorella della #Taverna la tocca piano sulla #Raggi pic.twitter.com/CxybAOeMv5
— Alessandro Onorato (@Ale_Onorato) 2 gennaio 2017
Il messaggio, secondo Annalisa Taverna, sarebbe ironicamente lo striscione ideale da portare nella manifestazione in sostegno della Raggi. “Adesso ti attaccano tutti – scrive a un certo punto Annalisa Taverna, rivolta alla sindaca Raggi – ma me sembra il minimo”. Il problema, aggiunge, “è che per le tue scelte del cazzo nel marasma ci stiamo anche e soprattutto noi”, inteso come Cinquestelle. “Ogni tua mossa – continua la sorella della parlamentare – è sempre sembrata fatta apposta per farti cacciare a calci in culo e farci perdere Roma“. Poi si passa al tutto-maiuscolo, come a sottolineare il tono che si alza: “E’ arrivato il momento – si legge – che il popolo a 5 Stelle ti dica che hai rotto er cazzo, applica le regole del Movimento, ascolta Beppe e i nostri parlamentari, smettila de fa’ la bambina deficiente con manie de protagonismo e deliri de onnipotenza e comportati da 5 Stelle perché ti abbiamo votato pensando che lo fossi altrimenti chi te se cagava. Datte ‘na calmata e non rompere i coglioni altrimenti t’appendemo pe’ le orecchie ai fili dei panni sul balcone fino a che non rinsavisci perché non abbiamo nessuna intenzione di perdere un sogno, anni di lotta e sangue pe’ ‘na testa de cazzo“.