Antonio Cerri, ex ispettore dell’Asl di Pavia, è morto a 67 anni dopo una vita dedicata al censimento ed alla lotta all’amianto nel distretto di competenza. A stroncarlo è stato un mesotelioma pleurico, la malattia che tipicamente è prodotta dalle fibre di amianto respirate. Per tutti gli anni ’80 e parte dei ’90, Cerri ha effettuato le sue ispezioni (anche presso la famigerata Fibronit – azienda di cemento e amianto – di Broni) senza avere in dotazione particolari tute o maschere per la sua sicurezza. Ecco perché oggi la famiglia ha deciso di continuare la battaglia legale contro l’attuale Ast (l’allora Asl) e chiedere il giusto risarcimento all’azienda sanitaria territoriale. Ma quello sul quale punta oggi il figlio di Cerri, Davide, è la necessità di bonificare il territorio di tutto l’amianto ancora presente: “Mio padre mi raccontava che in giro ce n’è moltissimo; oltre che nelle grandi aziende che lo lavorava, anche sui tetti delle case, nei tubi e via discorrendo”. Gli fa eco il dottor Paolo Manazza, ex medico del lavoro ed amico e collega di Cerri. “L’amianto non perdona – dice – bastano anche pochissime fibre per far sviluppare al nostro organismo il mesotelioma. E questo è un tipo di tumore incurabile”