Il decano dei maestri, francese, aveva 92 anni e non aveva mai smesso di dirigere: era atteso a Milano per tre concerti a marzo. Molto conosciuto in Italia, sulla sua amicizia con il soprano una volta raccontò: "Maria mi fece una profezia: sarai felice solo alla Scala. Si è avverata". Nel finale di carriera aveva visto esaudito il desiderio di guidare il concerto di Capodanno di Vienna
Avrebbe dovuto dirigere tre concerti per la stagione sinfonica del teatro alla Scala, a metà marzo. D’altra parte Georges Prêtre, nonostante l’età, non ha mai abbandonato il podio. Oggi il direttore d’orchestra francese è morto a Navès, nel sud ovest della Francia. Aveva 92 anni, essendo nato il 14 agosto a Waiziers,
In origine Prêtre aveva cominciato come trombettista: “Mi ha salvato la vita. Durante la guerra – aveva raccontato – a Parigi per campare suonavo il jazz al Bobino e in altri cabaret. Persino con l’orchestra di Glenn Miller: adoro tutta la musica”. poi il salto sul podio che lo ha portato guidare diversi teatri d’opera della Francia, alcune volte anche con uno pseudonimo di Georges Dherain. Ma già dagli anni Sessanta il maestro francese ha cominciato a girare i teatri di tutto il mondo: Ginevra, al Grand Théâtre, Londra alla Royal Opera House, fino a New York, alla Metropolitan Opera House, e Vienna, alla Staatsoper. E’ stato tra l’altro direttore all’Opera di Parigi. Il legame, quello con la capitale dell’Austria, che durerà fino alla fine. Con la Callas aveva collaborato sia in teatro che in sala d’incisione: Carmen, Tosca. In un’intervista al Corriere della Sera, nel febbraio scorso, aveva detto di sentire la presenza del grande soprano ogni volta che entrava in sala: “La sento vicina – aveva spiegato –
Come direttore sinfonico Prêtre aveva una particolare preferenza per i compositori francesi, specialmente Francis Poulenc, Nel 2007 aveva diretto il concerto di Capodanno di Vienna al termine del quale aveva espresso il desiderio di dirigere anche quello, più celebre, di Vienna. Detto, fatto: il primo gennaio del 2008 è salito sul podio della sala della Musikverein, primo francese, per il celebre concerto di Capodanno a Vienna, proponendo una serie di opere con spiccati rimandi alla sua terra natia, Marsigliese compresa. A Venezia è poi tornato nel 2009 e a Vienna, di nuovo, nel 2010.
Non ha mai abbandonato la musica, fino a un’età così avanzata: “È la mia vita – aveva detto una volta – Mi è arrivata dal nulla. Mio padre faceva il calzolaio in un paesino del nord della Francia, a 7 anni ho sentito per caso un brano di una sinfonia e sono rimasto folgorato. Sono andato al conservatorio, ho studiato ma non mi sono mai diplomato”. Cosa trasmette fare il direttore, gli chiese il Corriere: “Che ti spinge ad amare tutta l’arte. La musica non è chiusa in se stessa, non puoi dirigere Debussy se non conosci la pittura della sua epoca, o Poulenc senza sapere nulla di Cocteau”.