Avrebbe dovuto giocare un ruolo chiave nel negoziato per la Brexit che Londra ha annunciato di voler avviare entro marzo, invece se ne va sbattendo la porta e puntando il dito contro il governo di Theresa May. Sir Ivan Rogers, l’ambasciatore britannico presso la Ue, ha lasciato in anticipo il suo incarico dopo mesi di contrasti con l’esecutivo conservatore incaricato di affrontare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. In una email allo staff della rappresentanza diplomatica britannica a Bruxelles, Rogers ha spiegato le ragioni della sua decisione, esortando i colleghi a far valere la loro professionalità contro “gli argomenti mal posti e i ragionamenti confusi” dei politici.
“Spero – ha scritto il diplomatico – che non avrete mai il timore di dire la verità davanti a coloro che sono al potere”. In particolare, ha aggiunto, “nei momenti in cui dovrete consegnare dei messaggi che saranno sgraditi a coloro che dovranno ascoltarli”. Il riferimento evidente è allo scontro avuto settimane fa con alcuni membri del governo ai quali Rogers spiegò che a suo giudizio, dopo l’uscita dalla Ue ci vorranno dieci anni per concludere un nuovo accordo commerciale con Bruxelles. Per quelle valutazioni, giudicate troppo pessimistiche, il diplomatico venne attaccato dall’ala euroscettica del Partito conservatore e finì nel mirino della stampa di destra.
Secondo Rogers gli obiettivi dei negoziati che avvierà May sono sconosciuti ai rappresentanti del suo governo a Bruxelles: “Non sappiamo – scrive Rogers – quali saranno quelli che il governo fisserà come obiettivi dei negoziati per il rapporto del Regno Unito con l’Unione Europea dopo la Brexit”.
Non solo: secondo Rogers c’è una tendenza a difendere “argomenti infondati” rispetto ai negoziati sull’uscita della Gran Bretagna dall’Ue e Londra inoltre non ha indicato ai suoi funzionari una chiara linea di priorità. Si tratta di una critica rivolta in particolare alle figure più euroscettiche all’interno dell’esecutivo che ora invocano al posto di Rogers un vero “brexiteer“, un convinto fautore della Brexit. Un portavoce di Downing Street ha opposto un ‘no comment’ alla email di dimissioni e aggiunto che Sir Ivan è “libero di esprimere le sue opinioni”.