Grillo-Mentana, pace fatta. Da una parte il leader dei Cinquestelle che in un post-scriptum sull’ormai celebre giuria popolare sui media “grazia” il TgLa7: “Non se la prenda direttore, è stato fatto per ‘par condicio’ per non far sfigurare troppo i suoi colleghi”. Dall’altra il direttore di telegiornale che, dopo aver minacciato querela, ha scritto su facebook per correggere la rotta: “La rettifica (chiamiamola così) del m5s fa obiettivamente venir meno gli estremi per un passo giudiziario”. Il chiarimento arriva direttamente dal blog di Grillo, dopo che Mentana ha consigliato al garante del Movimento 5 Stelle di “trovarsi un avvocato” perché “fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo e a me che ne ho la responsabilità di legge” e Grillo “ne risponderà in sede penale e civile“. Una risposta alla provocazione di martedì, quando il comico, in scia al dibattito sulle fake news diffuse via internet, ha affidato al suo blog la proposta di una “giuria popolare” a cui far giudicare la correttezza dell’informazione fornita da giornali e tg. “Non se la prenda direttore – ha aggiunto Grillo – è stato fatto per ‘par condicio’ per non far sfigurare troppo i suoi colleghi. E inoltre si trattava di una denuncia politica per criticare il sistema mediatico nel suo complesso”. Poi un’inedita lode: “Le auguriamo di continuare a fare informazione che sia rispettosa della verità e dei cittadini ancora a lungo“.
Mentana: “Ma la giuria popolare resta un’idea sballata”
Da lì parte la controreplica di Mentana: “So che gli amanti del sangue social vorrebbero che lo scontro andasse avanti fino alle estreme conseguenze” – dice il direttore – Ma mi sono mosso per difendere la reputazione del tg che dirigo da un’accusa grossolana e infamante per qualunque testata, e sicuramente del tutto fuori luogo per il Tgla7“. Il giornalista sottolinea che “il mio campo è quello della libera e corretta informazione, non quello delle gare tra forzuti della politica o del web”. Tuttavia Mentana precisa che “fuori dalla querelle legale resta un giudizio da parte mia duramente critico per l’idea delle giurie popolari: ai più ilari ricordano il festival di Sanremo, ai più preoccupati la Cina della Rivoluzione Culturale. Per me è solo un’idea sballata, concettualmente e fattualmente: anche il M5s ha scelto uomini suoi, e non, quando si è trattato di indicare la guida della commissione parlamentare di vigilanza o un consigliere di amministrazione Rai, seguendo criteri di competenza”.
Grillo: “M5s garantista? Un’altra bufala”
Ma Grillo coglie l’occasione per alimentare la sua tesi sulle bufale dei media italiane. Sul nuovo codice di comportamento per gli eletti coinvolti in vicende giudiziarie, dice Grillo, non rappresenta una svolta garantista: “Falso, è un’altra bufala di giornali e tv”. Il M5s, aggiunge, “garantisce ai cittadini che chi tra i suoi eletti non rispetta i principi a cui ha aderito come portavoce viene messo fuori dalla porta. Non aspettiamo il terzo grado di giudizio“. “Già al primo grado – aggiunge – si prevede l’espulsione. Se nel Pd si applicasse lo stesso nostro Codice, non resterebbe quasi più nessuno”.
Pizzarotti: “Grillo il primo che distorce le notizie”
Il commento finale sul presunto “tribunale del popolo” che dovrebbe giudicare le presunte bufale è del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, eletto con il Movimento da cui è uscito lo scorso ottobre dopo essere rimasto sospeso per 4 mesi per aver ricevuto un avviso di garanzia (indagine poi archiviata). “E’ una distrazione di massa, ci sarebbero altri problemi molto più impellenti – dice – Se noi guardiamo il contesto il blog di Grillo è il primo che distorce le notizie. Spesso le notizie in generale sono distorte in Italia magari per coprire il potente di turno. La frase di Grillo di ieri è grave, il pensiero di avere una giuria popolare è assurdo e forse preoccupante. Non so dove si vuole andare, se si vuole andare a governare o tenere alto il consenso“.