Questa volta le autorità turche sono sicure di avere identificato l’uomo giusto, dopo che ieri è stato interrogato e poi scagionato Iakhe Mashrapov, un 28enne con passaporto del Kirghizistan molto somigliante con l’attentatore di Istanbul ma completamente estraneo alla strage. E’ stato il ministro degli Esteri Mavlut Cavusoglu in un’intervista televisiva con l’agenzia di stampa statale Anadolu a dare la notizia dell’identificazione del killer dell’Isis che il 31 dicembre ha assaltato la discoteca Reina, uccidendo a colpi di Ak-47 39 persone. Il ministro però non ha voluto fornire altri dettagli sull’identità dell’uomo. Secondo quanto ha sostenuto Hassan Khashoggi, un saudita sopravvissuto alla strage, intervistato dalla tv satellitare al-Arabiya, gli attentatori sarebbero stati invece tre, tra cui una donna.
La polizia intanto prosegue le indagini per catturare colui che ritiene l’unico responsabile materiale della strage. Proprio questa mattina sono stati compiuti altri arresti. Nel mirino delle forze di sicurezza cinque presunti militanti dell’Isis che avrebbero un legame con l’attentato al club. L’operazione è scattata a Izmir e, secondo l’agenzia privata Dogan, ha preso di mira tre famiglie arrivati nella metropoli 20 giorni fa da Konya, città dell’Anatolia centrale dove si ritiene che l’esecutore dell’attacco al Reina abbia soggiornato per un periodo, prima di arrivare a Istanbul. Secondo la Dogan, 40 persone, di cui nove uomini, undici donne e venti minori, sono state arrestate. Sono in gran parte provenienti da Turkmenistan, Daghestan e Kirghizistan. L’agenzia di stampa turca Anadolu parla invece di 20 arresti, avvenuti sempre nei distretti Bornova e Buca di Izmir. Gli arresti di oggi si sommano ai 14 eseguiti fino a ieri, tra i quali quello di due stranieri fermati al terminal per le partenze internazionali dell’aeroporto Ataturk di Istanbul.
“Lo scopo principale degli attacchi terroristici è quello di distruggere il nostro equilibrio, di metterci gli uni contro gli altri. Non cederemo a questo gioco”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nel suo primo discorso pubblico dalla strage di Capodanno. “Dire che la Turchia si è arresa al terrorismo significa stare dalla parte dei terroristi. Nonostante il triste inizio del 2017, manteniamo fortemente le nostre aspettative per il nuovo anno”.
Ieri sera intanto il parlamento ha votato in favore dell’estensione per altri tre mesi dello stato d’emergenza nel Paese, a partire dal 19 gennaio. Imposto dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso, lo stato d’emergenza consente al governo di bypassare il parlamento nel promulgare nuove leggi e di limitare o sospendere diritti e libertà quando ritenuto necessario.