Mentre veniva proiettato il film "Passengers", le due straniere si scrivevano messaggi su Whatsapp: l'unico modo che avevano per comunicare. tanto è bastato perché alcuni spettatori uscissero in preda al panico e il personale chiamasse i carabinieri
Bastano una madre e una figlia sordomute di origine marocchina che si coprono il viso con il velo, scrivono messaggi e si scambiano occhiate, per scatenare la psicosi da attentato. È successo la sera del primo gennaio in una sala del cinema di via Livorno, a Torino. Mentre veniva proiettato il film Passengers di Morten Tyldum, alcuni spettatori hanno cominciato a guardare con sospetto le due donne nordafricane e qualcuno, preso dal panico, è uscito dalla sala. Altri si sono rivolti al personale del cinema e sono stati chiamati i carabinieri, arrivati sul posto con due pattuglie del Nucleo radiomobile e uno delle Aliquote pronto intervento (Api).
Ma agli agenti sono bastati pochissimi minuti per capire di essere di fronte solamente a un grande equivoco. Tutto è nato da una scena leggermente piccante del film, che ha fatto sorridere madre e figlia marocchina presenti in sala. Dopo essersi coperte il viso con il velo, hanno cominciato a scriversi messaggi su whatsapp: l’unico modo che avevano per comunicare, essendo sordomute, oltre a scambiarsi qualche occhiata di complicità. Un comportamento che è stato ritenuto ‘sospetto’ dagli altri spettatori presenti in sala, che già stavano ipotizzando di essere vittime di un nuovo attentato, dopo la strage ai mercatini di Natale di Berlino e quella al night club ‘Reina’ nella notte di Capodanno a Istanbul.