ASSASSIN’S CREED di Justin Kurzel. Con Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons (Usa/GB/Francia, 2016) Durata 115’ Voto 2/5 (DT)
Segnato da una tragedia vissuta da bambino, il condannato a morte Callum Lynch prima dell’iniezione letale riceve un’inattesa possibilità di sopravvivenza grazie all’avveniristica Abstergo Industries. Attraverso una tecnologia rivoluzionaria la mega azienda può sbloccare le memorie genetiche contenute nel DNA dell’uomo. Così Cal viene inviato nella Spagna del XV secolo dove rivivrà le esperienze del suo antenato, Aguilar de Nerha, un membro di una società segreta nota come gli Assassini, che combatte per proteggere il libero arbitrio dalla sete di potere dell’Ordine dei Templari. Trasformato dal suo stesso passato, il protagonista comincia ad acquisire le conoscenze e le abilità fisiche necessarie per rovesciare l’organizzazione dei Templari ai giorni nostri. Basato sulla serie di videogiochi Ubisoft, e su una rappresentazione ginnico performativa degli accadimenti, Assassin’s creed ha l’aria di un film da rincorsa continua modello Codice da Vinci, tutto sbilanciato nella duplicazione/triplicazione della dimensione spaziotemporale del racconto alla Matrix. Fassbender ha voluto Kurzel alla regia, ma l’ispirazione del regista di Macbeth si sparpaglia e si svuota nei mille anestetizzanti e impersonali rivoli dell’action trascurando la messa in scena pulsante e vivida di un suo qualsiasi precedente titolo. La parata di star cerca infine di distrarre lo spettatore dall’affastellarsi di schemi, livelli, salti tra tetti, vite guadagnate e perdute, che non sono più (e non sono mai stati) elementi peculiari di un thriller ma di una reiterata asettica ipnosi da videogame. Fassbender spesso ed inutilmente a petto nudo. Cotillard non pervenuta.