Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle sono entrati nel “club dei simpatizzanti del Cremlino in Occidente” che diventa sempre più numeroso. A dirlo è il quotidiano progressista inglese Guardian che dedica un articolo “all’importante cambio di posizione” riguardo alla Russia da parte del leader del M5s. Ricorda il quotidiano che, dieci anni fa, dopo l’uccisione della giornalista anti-Putin Anna Politkovskaya, Grillo scriveva: “La Russia è una democrazia basata sull’esportazione di gas e petrolio. Se non li esportassero più, tornerebbero a essere la buona, vecchia dittatura di una volta“. Una posizione opposta a quella di oggi che è “radicalmente cambiata”, come osserva la corrispondente del giornale a Roma, ricordando come il responsabile per la politica estera del M5s, il parlamentare Manlio Di Stefano, sia un grande sostenitore delle politiche del presidente russo ed abbia salutato il bombardamento di Aleppo da parte delle forze di Mosca e del regime siriano come “la liberazione” della città.
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— Manlio Di Stefano (@ManlioDS) 16 dicembre 2016
“Non riusciamo a capire perché si siano messi dalla parte di Putin e non delle Pussy Riot – dice al Guardian in merito al M5S un diplomatico “occidentale” che sceglie l’anonimato – Riteniamo che abbiano deciso ad un certo punto che la Russia lavori per loro. Sono opportunisti, pensano che sia una tattica vincente per acquisire consensi”. Secondo un’altra fonte l’atteggiamento filorusso dei Cinquestelle rappresenterebbe semplicemente un risvolto della “sua filosofia generale anti-establishment“. Mentre per una “manciata di diplomatici”, il Partito Democratico, guidato da Matteo Renzi, “potrebbe non essere del tutto in allerta per la potenziale minaccia di un’interferenza russa nelle elezioni italiane e non è così preoccupato dalla questione come dovrebbe”.
Negli ambienti della diplomazia legata a Roma, alcuni ritengono che “il più grande pericolo” nel caso di vittoria alle politiche del M5S non sia tanto un allineamento tra l’Italia e la Russia o un referendum sull’euro, quanto il fatto che “l’Italia ne risulterebbe profondamente danneggiata per la mancanza di esperienza e di capacità di governo del Movimento, problema diventato fin troppo evidente nella cattiva gestione della città di Roma, dal momento della vittoria del sindaco Cinquestelle a giugno“. Tuttavia, per altri funzionari stranieri a Roma, “i cambiamenti alla legge elettorale italiana renderebbero difficile una vittoria dei Cinquestelle”, “calcolo che si basa sul fatto che il M5S si è sempre opposto a stabilire alleanze con altri partiti”.
Il Guardian cita infine Igor Pellicciari, docente alla Luiss e corrispondente per Limes da Mosca, secondo cui “la Russia non ha mai fatto nulla per rafforzare il M5S o stabilire con esso un rapporto speciale o per sostenere i Cinquestelle invece di Renzi, per esempio, o Prodi o Berlusconi”. Per Pellicciari è vero piuttosto il contrario, “probabilmente in parte a causa dell’impatto economico sanzioni russe, imposte dall’Ue, hanno avuto sull’economia italiana, in particolare nel nord Italia”.
All’articolo del quotidiano inglese risponde, su Twitter, Danilo Toninelli: “A proposito di bufale, ecco il Guardian: ‘Putin pronto a truccare elezioni per favorire M5S’. Sono terrorizzati che il M5S possa vincere”. In un passaggio, senza riferimenti diretti al M5s, si citano le riflessioni di fonti diplomatiche del nostro Paese su una “potenziale minaccia di interferenza russa nelle elezioni italiane”. Ed è a questo passaggio che probabilmente fa riferimento Toninelli nel suo tweet.