Scaltro, spregiudicato, uno che se dovesse ripresentarsi l’occasione potrebbe tornare a delinquere. E’ la descrizione che il tribunale del Riesame mette per iscritto su Andrea Corti, 50 anni, ex direttore generale dell’Ato Toscana Sud, ai domiciliari dal 9 novembre. Corti è agli arresti per effetto di un’inchiesta sulla gara da 3,5 miliardi per la gestione ventennale del ciclo completo dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. E i giudici del Riesame, davanti ai quali si era presentato il legale di Corti Enrico De Martino, hanno condiviso “le ampie argomentazioni del gip in ordine alla spregiudicatezza“. Respinto quindi il ricorso dell’avvocato De Martino che ricordava come il suo assistito si fosse subito dimesso dopo il provvedimento dimesso da ogni incarico.
Per il collegio (presidente Livio Genovese con Maria Elisabetta Pioli e Monica Tarchi) l’indagato se dovesse presentarsi l’occasione potrebbe tornare a delinquere. I giudici del Riesame, infatti, condividono “le ampie argomentazioni del gip in ordine alla spregiudicatezza del Corti nella gestione della cosa pubblica, manifestando la sua scaltrezza nel condizionare l’azione del cda Ato Toscana Sud sfruttando informazioni parziali e distorte loro fornite e circondandosi altresì di soggetti a lui legati da vincoli di riconoscenza assoggettati al suo volere”. Nelle motivazioni viene infine ricordata “la fame di denaro del Corti” e come lui sia stato “promotore dell’attività illecita” facendo “mercimonio della funzione per finalità di lucro”.
Nella stessa inchiesta il gip aveva deciso l’interdizione da attività di impresa e il divieto di compiti dirigenziali per Eros Organni, 51 anni, ad del consorzio Sei Toscana che si aggiudicò l’appalto da 3,5 mld, per Marco Buzzichelli, 54 anni, legale rappresentante della società mandataria del consorzio Siena Ambiente. Interdetto dalla professione legale e anche dall’attività di imprenditore l’avvocato di Firenze Valerio Menaldi, che si occupò dell’assetto giuridico del bando.