Di rinvio in rinvio, la messa in sicurezza delle scuole può aspettare. Ancora una volta il decreto Milleproroghe regala al mondo dell’istruzione il posticipo di una serie di scadenze non rispettate. Anche sull’edilizia scolastica, una delle priorità dell’ormai ex governo Renzi e dell’ex ministro Stefania Giannini. Per la seconda volta in due anni, slitta l’adeguamento antincendio degli istituti del nostro Paese di cui si parla ormai dal 2013. Una piccola speranza, invece, per i neolaureati aspiranti docenti: visto che per l’abilitazione è ancora tutto fermo, almeno potranno continuare a fare supplenze fino al 2020. Al contrario di quanto stabiliva la Buona scuola.
DUE ANNI PIÙ DEL PREVISTO PER L’ADEGUAMENTO ANTINCENDIO – Sul fronte sicurezza, va in scena una replica di quanto accaduto a fine 2015 quando il governo era stato costretto ad inserire una prima proroga di 12 mesi: le scuole avrebbero dovuto adeguarsi al nuovo regolamento entro il 31 dicembre 2015, ma a quella data il nuovo regolamento semplicemente non era ancora stato pubblicato. Una svista del ministero dell’Interno che aveva costretto a posticipare tutto al 2016. Il decreto è arrivato finalmente lo scorso maggio, sostituendo quello precedente che risaliva addirittura al 1992. Ma evidentemente otto mesi non sono bastati agli oltre 43mila istituti del Paese per ottemperare a tutti i nuovi obblighi, che vanno dall’adeguamento dell’impianto elettrico e di produzione del calore alla separazione dei locali adibiti ad uso scolastico, dalla dotazione di estintori portatili e di un sistema di allarme alla regolamentazione delle uscite di sicurezza. Così il termine per presentare la nuova Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), obbligatoria per essere in regola, è rinviato al 31 dicembre 2017, con due anni di ritardo rispetto al previsto. Intanto, secondo l’ultimo censimento di Legambiente, il 58% delle scuole italiane è ancora privo della certificazione antincendio. Rinviata di un anno anche la scadenza per utilizzare i 100 milioni di euro messi a disposizione dall’Inail per la messa in sicurezza delle scuole: in molti casi i cantieri non sono ancora stati aperti, il rischio era quello di perdere le risorse.
SUPPLENZE AI NON ABILITATI FINO AL 2020 – L’altra importante novità del Milleproroghe è l’apertura fino al 2020 della terza fascia delle graduatorie d’istituto, le liste che ogni anno assegnano le supplenze agli insegnanti. Secondo la Buona scuola avrebbero dovuto essere chiuse quest’anno, così da mandare in cattedra solo ed esclusivamente docenti abilitati, sia per i contratti a tempo indeterminato che determinato. Ma visto che sul fronte della riforma del reclutamento e dell’abilitazione è tutto fermo (come anticipato da ilfattoquotidiano.it anche l’ipotesi di un terzo ciclo di Tfa si è arenata, e difficilmente si sbloccherà sotto il governo Gentiloni), il ministero è costretto a fare retromarcia per non lasciare fuori dal mondo della scuola tutti i neolaureati che al momento non hanno canali a disposizione per abilitarsi. Così, almeno potranno sperare di fare qualche supplenza, ma resteranno comunque esclusi da eventuali concorsi. Quello che manca un po’ a sorpresa nel decreto, invece, è l’attesa proroga delle deleghe della riforma, su cui la ministra Valeria Fedeli sembra intenzionata a prender tempo. In realtà, la soluzione è fornita dalla stessa Legge 107, che prevede 90 giorni di tempo in più per approvare i testi in caso di ritardi. Il termine per chiudere i dossier in sospeso (tra cui sostegno, infanzia e appunto reclutamento) si sposta quindi a metà aprile. Ammesso che conti qualcosa: non sarebbe la prima volta che una scadenza di legge non viene rispettata a viale Trastevere.
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