Lavoro & Precari

Voucher, a Bologna li utilizza anche la Cgil “Ma solo per i pensionati che lavorano poche ore al mese”

Da mesi la segretaria generale Susanna Camusso porta avanti una crociata per abolirli, ma nel capoluogo emiliano lo Spi, il sindacato di chi è in pensione, ammette di usare i buoni lavoro per pagare alcuni dei propri volontari. Il segretario regionale Pizzica spiega che era stata una circolare concordata con la struttura nazionale ad autorizzarne l'uso un anno fa. "Ma qui - dice - chi lavora in maniera continuativa ha un contratto"

Mentre la segretaria generale Susanna Camusso da mesi porta avanti una crociata contro i voucher – con tanto di referendum abrogativo all’orizzonte –, a Bologna lo Spi, il sindacato Cgil pensionati, ammette di usarli per pagare alcuni dei propri volontari. Il segretario regionale dell’Emilia Romagna, Bruno Pizzica, ha infatti spiegato che in provincia di Bologna – dove il suo sindacato è una potenza e gli iscritti Spi sono ben 94mila – se ne fa uso, ma solo e “rigidamente per i pensionati che svolgono prestazioni del tutto occasionali”. A essere interessati a Bologna e dintorni sarebbero una cinquantina di volontari, tutti pensionati, che raggiungono una retribuzione di poco più di 100 euro mensili. “Non posso usare dei contratti per chi lavora due o tre ore a settimana, oppure poche ore una volta all’anno per la distribuzione delle tessere”, spiega ancora Pizzica intervistato da ilfattoquotidiano.it.

Ancora il 2 gennaio Susanna Camusso ribadiva che “non si tratta di modificare alcune regole, si tratta di farle scomparire perché non solo offendono, come quelle sui voucher, la dignità delle persone, ma creano un precariato ancora più insopportabile di quello che si doveva eliminare”. Secondo la Camusso bisogna invece usare “tutte le forme di part time già previste; con il lavoro interinale o a somministrazione. Tutte forme contrattuali che esistono da vent’anni a questa parte”. Insomma, via i voucher senza condizioni.

Tuttavia, secondo Pizzica, nel caso di pensionati che lavorano un numero così ridotto di ore, non c’è molta alternativa per pagarli. “Con la legislazione attuale è l’unico modo che abbiamo per evitare pagamenti in nero e siccome il nero non lo facciamo, allora usiamo i voucher”. Il segretario Spi emiliano non trova contraddizione tra l’utilizzo di questo strumento e la campagna nazionale Cgil per abrogarli: “Questo strumento dei voucher, che era nato per situazioni come la nostra, è diventato uno degli strumenti principali del mercato del lavoro: vedi il caso dei lavoratori pagati con questo strumento per sostituire dei dipendenti in sciopero. Se ne è fatto un uso improprio e per questo ora se ne chiede l’abolizione. Ma se venissero aboliti bisognerà trovare una nuova norma che regoli meglio il lavoro occasionale. Perché il lavoro occasionale esiste”.

L’utilizzo dei voucher da parte dello Spi non è tuttavia confinato solo in Emilia (dove lo hanno scoperto i giornalisti del Corriere di Bologna), ma riguarderebbe anche altre parti d’Italia. Lo stesso Pizzica spiega che era stata una circolare dello Spi nazionale, concordata con la struttura nazionale della Cgil, ad autorizzarne l’utilizzo un anno fa: “La disposizione prevede che l’utilizzo fosse limitato solo ai pensionati che svolgono attività di poche ore al mese. Per intenderci: se lei venisse anche solo due giorni a settimana, ma tutte le settimane, nelle nostre sedi a dare una mano, io le farei un contratto. Secondo la circolare, non potrei utilizzare i voucher. Chi lavora in maniera continuativa nello Spi Cgil ha un contratto”.