A fine gennaio nel quartiere di piazza Garibaldi a Livorno inaugurerà la ciclofficina “Contropedale” del Comitato Territoriale livornese dell’Arci, associazione nazionale che opera nel sociale, ma la polemica è già iniziata da qualche giorno. Il progetto realizzato da Arci Solidarietà e patrocinato dal Comune di Livorno vedrà coinvolti sette ragazzi tra i 18 e i 25 anni: richiedenti asilo e migranti che aggiusteranno e venderanno le bici usate a prezzi popolari; inoltre all’interno della ciclofficina sarà data la possibilità a tutti i cittadini di usare gli strumenti per riparare la propria bicicletta tramite offerta libera. L’iniziativa dell’Arci non è piaciuta al gruppo livornese di Fratelli d’Italia che tramite video e post su Facebook hanno criticato il progetto definendolo “vergognoso” e accusando i promotori sia di voler favorire gli stranieri rispetto agli italiani, sia di affossare il commercio nel quartiere visti i prezzi bassi che saranno applicati dalla ciclofficina. La pensa così anche Giovanni Passuello, ex ciclista professionista e titolare di un noto negozio di biciclette a un centinaio di metri dalla nuova ciclofficina: “E’ un modo di contrastare il mio lavoro, questi non pagano niente“. “L’inserimento sociale di queste nuove ondate migratorie è la sfida di questo secolo – spiega Franscesca Ricci di Arci Solidarietà Livorno, responsabile del progetto ciclofficina “Contropedale” – quindi credo che dare un’opportunità reale di coesione sociale spinga determinate fasce della popolazione e gruppi politici a remare contro”.