Non svelate il contenuto di quei messaggi su Whatsapp. È l’auspicio di Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica di Virginia Raggi in Campidoglio, molto vicino a Raffaele Marra, l’ex vicecapo di gabinetto arrestato lo scorso 16 dicembre. “Se ci sono gli omissis nelle carte dell’inchiesta, tali devono rimanere, perché non hanno rilevanza penale”, dichiara Romeo. “Faccio un esempio: se io le scrivo in una chat che sono innamorato di lei, e poi viene pubblicato, la gente penserà che io e lei siamo amanti anche se non è vero. E se avrò detto, faccio un altro esempio, che mi piaceva una segretaria, non penso che sia interessante la pubblicazione di questo dialogo”, dice il dipendente comunale in un’intervista al Messaggero. Il riferimento è per la chat di Whatsapp – che secondo alcuni rumours si chiamava “quattro amici al bar” – nella quale Raggi, l’ex vicesindaco Daniele Frongia, Marra e lo stesso Romeo si scambiavano messaggi, opinioni, idee per l’amministrazione di Roma.
I messaggi che Romeo vorrebbe rimanessero segreti, sono gli stessi che invece Marra vorrebbe rendere pubblici: l’ex vice capo di gabinetto ha chiesto il deposito del contenuto di quella chat Whatsapp al Tribunale del Riesame, che entro l’8 gennaio deve decidere sulla sua scarcerazione.
Nell’intervista al quotidiano romano, però, Romeo dice anche altro. “Io e Virginia Raggi – racconta – sapevamo delle cimici in Comune dal secondo giorno di governo della città”. Parola di Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica in Campidoglio,. Il dipendente comunale racconta anche degli incontri con la sindaca sul tetto del comune, immortalati anche da alcune fotografie finite sui social network. “Sul tetto ci saremo andati quindici volte, quel giorno mangiavamo un panino, come sempre, poi è uscita fuori quella foto ed ecco che è scoppiato un caso”, dice Romeo, che poi racconta della sua amicizia con Marra.
“La mia conoscenza con Raffaele – racconta Romeo – è iniziata nel 2013 quando lui era il mio capo di dipartimento. Sicuramente ci sarà stato un errore di valutazione evidente da parte mia. Ma i fatti che gli vengono addebitati sono precedenti al suo rapporto con il M5S che nessuno di noi conosceva”. “Io – continua il dipendente comunale – ho pagato il nostro rapporto privilegiato. Io non sono un gargarozzone, un ingordo di potere, non faccio parte di questo mondo. Non voglio mettere in difficoltà il mio sindaco. In questa città bisogna lavorare, se ci sono degli ostacoli è un problema”. Romeo, che si definisce “un grillino in vacanza” in attesa di tornare al suo vecchio lavoro lunedì, dice di aver “pagato” per difendere la sindaca. “Il mio passo indietro lo considero un atto di responsabilità necessario per consentire alla giunta di andare avanti serenamente. E soprattutto per difendere Virginia dagli attacchi interni”.