La manifestazione annunciata per il 14 gennaio. Insorgono Comitato lombardo antifascista, gruppo Memoria ìe Anpi provinciale. Il sindaco: "Chiederò alle autorità di vigilare per impedire che si verifichino episodi di illegalità e di apologia di fascismo"
Una manifestazione convocata “in una piazza in centro” a Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, il 14 gennaio alle 17.30. Tredici giorni prima del Giorno della Memoria, nel quale si ricorda la Shoah. Sconosciuto al momento il luogo del ritrovo. A volerla è Forza Nuova, partito di estrema destra, che sullo sfondo del Polittico della rivoluzione fascista di Gerardo Dottori annuncia il corteo dal titolo ‘Per la sovranità in piazza’. La locandina compare su Facebook e il Comitato lombardo antifascista, il gruppo Memoria antifascista e l’Anpi provinciale di Milano insorgono. Polemiche alle quali risponde il sindaco di Milano, Beppe Sala, che assicura: “Milano condanna con fermezza ogni manifestazione violenta, neonazista, neofascista, razzista o xenofoba. Faremo quanto in nostro potere per impedire l’organizzazione di incontri di questa natura nei luoghi pubblici della nostra città”. Sala, quindi, continua: “Chiederò alle autorità preposte di vigilare attentamente sull’annuncio della manifestazione di Forza Nuova prevista il 14 gennaio, per impedire che nella nostra città si verifichino episodi di illegalità e di apologia di fascismo”.
Si unisce ai due comitati anche l’Anpi provinciale di Milano che chiede “alle istituzioni e alle pubbliche autorità di intervenire tempestivamente perché Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, non venga ulteriormente oltraggiata da iniziative promosse da organizzazioni che si pongono in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino“. Per l’Anpi “l’ennesimo provocatorio” evento voluto da Forza Nuova “è particolarmente preoccupante anche perché è previsto proprio a ridosso del Giorno della Memoria nel quale si ricordano la Shoah, le famigerate leggi antisemite del 1938, la deportazione politica, operaia e quella dei 650.000 militari italiani catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943″.