Non è una previsione: è soltanto un’elucubrazione senile di un vecchio paranoico. A me sembra che stiamo per avvicinarci a un enorme conflitto mondiale basato sulla carta. Quel che un tempo era una “cortina di ferro” oggi è una “cortina di carta”.
Un tempo le nazioni – specie europee, ma anche asiatiche come il Giappone – cercavano spazi vitali: mi prendo le tue materie prime ma ti impongo i miei prodotti e la mia gente. Oggi questo problema permane, ma in fondo diventa secondario. Fra allora e oggi si è frapposto un effetto pantografo: si chiama finanza. E la finanza vive di “carta” (carta moneta, patti firmati, cambiali, tratte, ecc.). E, diceva il buon Tremonti, la finanza deve essere creativa.
La spinta più potente all’effetto pantografo la dà la carta-moneta. E di questa, da ignorante qual sono, mi sembra che si sia esagerato, e non poco. Oggi tutti gli Stati stampano carta: gli Usa sono in quantitative easing (q.e.) continuo da circa cento anni; il Giappone affoga nella carta; i cinesi distruggono foreste pur di stampare yuan-renbinby; la Ue, attraverso la Bce, ha le rotative ben calde.
C’è un mare di dollari-carta, un oceano di yuan-carta; adesso pure Draghi stampa carta-euro “alla sperindio”; meno male che la sterlina sta là, buona. E meno male che la Russia e l’India non si sono ancora accodate all’andazzo generale. Come dice il proverbio, il troppo stroppia.
Una cosa è certa: che su questo vecchio mondo non c’è posto per tutta questa carta: prima o poi, qualcuno deve rinunciare a qualcosa. Si parla spesso del petrolio: un business gigantesco che dà immenso potere a coloro che ne hanno tanto, ma di fronte ai giochi finanziari e alle scommesse da giocatori di poker della finanza, pure il petrolio impallidisce: nella finanza entrano in gioco anche gli uomini, le masse, il benessere o la miseria, l’abbondanza o la fame. E quando questo accade, mentre gli arabi non saranno mai disponibili a perdere la vita per il petrolio dei loro sceicchi, i cinesi e/o gli americani sono già pronti oggi (e ogni giorno che passa si esercitano in tale direzione) a prendere in mano un fucilino e a tirarsi le schioppettate.
Non riesco a vedere scenari diversi. Troppa carta-moneta significa troppi impegni a pagare in futuro: troppe ‘cambiali a scadere’ e non c’è nessun dubbio che le cambiali firmate verranno a scadenza e che qualcuno dovrà restare senza la dovuta liquidazione delle sue spettanze. Chi sarà? Togliamo pure di mezzo Draghi (cioè la ormai fatiscente Ue), che conta sì qualcosa, ma è soltanto un terzo incomodo.
Usa e Cina: il vecchio leone, un po’ acciaccato, che difende il suo branco; il nuovo leone, cresciuto a dismisura forse troppo in fretta, che reclama il suo branco personale, contendendo le femmine al branco precedente. Ciò di cui scrivo sembra un raccontino di un visionario un po’ pessimista. In realtà non è proprio così.
Gli americani hanno già da tempo steso una cortina protettiva intorno alla Cina, fatta di una quantità enorme di basi navali dislocate tutte intorno alla Cina “produttiva” (quella orientale, sul mare) nelle varie isole non cinesi del Pacifico: naturalmente – eh, ça va sans dire – ben fornite di armi nucleari: il loro compito è, in caso di necessità, quello di interrompere i traffici marittimi commerciali cinesi col resto del mondo, che costituiscono la maggioranza assoluta delle attività economiche con cui la Cina regge il suo giochino dello yuan.
I cinesi, che per loro natura (come gli indiani, come tutti gli asiatici) “vivono” nei tempi lunghi, con visioni di decenni davanti a loro, questo giochino lo hanno già da tempo capito. E stanno già da tempo concretamente lavorando a un progetto gigantesco denominato “La Nuova Via Della Seta“, in accordo con diverse nazioni asiatiche ed europee (in primis la Russia), teso a costruire una rete di cinque grandi “corridoi” terrestri su cui avviare le merci, sottraendo al mare una parte importante della sua funzione.
Uno sforzo del genere (forse il più grande progetto – tipo ‘piano Marshall’ – mai immaginato al mondo) presuppone una già attuale intenzione di difenderlo col coltello fra i denti da ogni attacco. Aria di botte e manganellate. Una cosa è sicura: prima o poi una grande parte della carta-moneta in giro per il mondo dovrà bruciare: quale? Indovinala, Grillo. E un’altra cosa è certa: che l’Europa, la vecchia Europa (Ue) non potrà fare altro che cercare di attenuare le conseguenze negative, ma dovrà in ogni caso subire il gioco dei due leoni. Noi (Italia) speriamo che ce la caviamo.