A concederli è stato il giudice per le indagini preliminari di Milano, Lucio Marcantonio, che ha così accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Felice Isnardi. Il primo cittadino è accusato falso materiale e falso ideologico
Ci saranno altri sei mesi d’indagini per l’inchiesta sulla Piastra di Expo, l’infrastruttura più costosa realizzata nel sito di Rho Pero dalla Mantovani. A concederli è stato il giudice per le indagini preliminari di Milano, Lucio Marcantonio, che ha così accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Felice Isnardi. La proroga delle indagini riguarda le posizioni di sette persone iscritte nel registro degli indagati, compreso il sindaco di Milano ed ex amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala, che è accusato di falso materiale e falso ideologico. Si tratta della stessa indagine che nel dicembre scorso aveva portato ad un’inedita “autosospensione” di Sala dal ruolo di primo cittadino di Milano.
La richiesta di poter proseguire fino al 10 giugno prossimo l’inchiesta sull’appalto da 272 milioni di euro era stata avanzata lo scorso 6 dicembre dal sostituto pg Isnardi, divenuto titolare del fascicolo dopo l’avocazione del fascicolo da parte della Procura generale meneghina, guidata da Roberto Alfonso. Si tratta della stessa inchiesta che era state al centro dello scontro in procura tra Edmondo Bruti Liberati e Alfredo Robledo e delle quali un altro gip, Andrea Ghinetti, aveva respinto la richiesta di archiviazione inoltrata dalla procura a fine ottobre.
Dopo l’avocazione era stato il pg Isnardi ad aggiungere nel registro degli indagati i nomi di Sala e dell’imprenditore Paolo Pizzarotti che si sono dunque sommati a quelli degli ex manager di Expo Antonio Acerbo e Angelo Paris, dell’ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e degli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque: per loro le accuse a vario titolo sono corruzione e turbativa d’asta. Ed è proprio basandosi sui due nuovi indagati che il pg ha richiesto la proroga di sei mesi.
Secondo l’accusa, Sala, in qualità di ad e commissario unico per l’Esposizione Universale, avrebbe retrodatato nel maggio 2012 due verbali di nomina “della commissione aggiudicatrice” della gara d’appalto per la Piastra dei Servizi con “l’intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta” anche per il “ritardo” che si era già accumulato sui “cronoprogrammi” dell’Expo. Dopo il provvedimento di proroga delle indagini è possibile che Sala decida di farsi interrogare dagli inquirenti per fornire chiarimenti. Nel frattempo il sostituto pg ha inserito nel fascicolo di indagine le dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino milanese durante un’intervista a la Repubblica. A proposito della contestazione di falso aveva detto che quanto accaduto “in quelle giornate convulse onestamente non lo ricordo. L’indagine ha comunque appurato che ciò che sarebbe accaduto è stato irrilevante per la regolarità della gara”.