Sembrava cosa fatta e invece no. A nulla è servito il voto sul blog per “scegliere se e come dare un futuro al M5s in Europa“. Una consultazione proposta a sorpresa, senza che neanche gli europarlamentari ne sapessero nulla, e che alla fine ha raccolto il voto di 40.654 iscritti certificati. Il 78,5% dei votanti, cioè 31.914 persone, ha votato per il passaggio con Alde, 6.444 hanno optato per la permanenza nell’Efdd, mentre 2.296 volevano invece confluire nei non iscritti. Ma, dopo che i liberal-democratici hanno rifiutato un’intesa per l’ingresso dei Cinquestelle nel proprio gruppo all’Europarlamento, è stato tutto inutile. O meglio: il M5s andrà direttamente nel gruppo dei non iscritti, il “gruppo misto” di Strasburgo che però limita – e parecchio – i margini d’azione in termini di iniziative parlamentari, ma non solo.
Di Maio: “Portiamo avanti battaglie a prescindere da gruppo” – Una votazione che era stata accompagnata dalle polemiche, provenienti soprattutto dall’interno del M5s. “La stampa anche oggi parla di Movimento spaccato. Sono sempre quelli che hanno mancato clamorosamente i più grandi avvenimenti politici degli ultimi anni, dalla Brexit, al referendum costituzionale italiano fino a Trump. Applicano schemi del ‘900 alla politica del 2017. Contenti loro”, dice però Luigi Di Maio, dopo la conclusione del voto sul blog. “La democrazia per loro è spaccatura – continua il vice presidente della Camera- Per noi è decisione partecipata. Ho votato nella consapevolezza che dal 2014 il Movimento 5 Stelle porta avanti le sue battaglie storiche sullo sviluppo economico, l’acqua pubblica, la connettività, l’ambiente e i trasporti, anche in Parlamento europeo e lo fa a prescindere dal gruppo di appartenenza“. Dello stesso tenore la dichiarazione della senatrice Barbara Lezzi che al fattoquotidiano.it: “Nessuna incoerenza- dice – Alde ci garantisce piena autonomia ed è quello che ci interessa”.
Grillo a Farage: “Stima, ma strade si dividono”. Lui: “Vai con eurofanatici” – I grillini in ogni caso dicono addio all’Ukip di Farage. Il possibile passaggio con i liberali ha portato il politico britannico ad accusare il leader dei 5 Stelle, reo di essersi unito “all’establishment eurofanatico di Alde, che supporta il Ttip, l’immigrazione di massa e l’esercito europeo ma si oppone alla democrazia diretta”. Secondo il Times, l’Ukip rischia di perdere due milioni di euro di contributi europei dopo l’uscita dei grillini dall’Efdd. Il leader del M5s, invece, usa toni molto più morbidi per congedarsi da Farage. “Caro Nigel le nostre strade si sono divise – si legge in quella che sembra una sorta di lettera pubblicata sul blog – Tu hai ottenuto la vittoria della battaglia principale di Ukip: l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Un risultato epocale che non sarebbe mai arrivato senza la tua leadership. E sono felice che sia arrivato tramite un referendum, massima espressione della volontà popolare. Il M5s invece la sua battaglia deve ancora vincerla e abbiamo valutato di andare in un altro gruppo politico in Parlamento Europeo perché riteniamo di poter affrontare con più concentrazione entrambi, noi e voi, le prossime sfide. Ti auguro il meglio e spero che le nostre strade si incrocino ancora, magari quando sarai ambasciatore del Regno Unito negli Stati Uniti, come ha auspicato il Presidente eletto Trump“.
Domani Alde vota su entrata M5s: deputati francesi contrari – Sia Grillo che Davide Casaleggio sono volati a Bruxelles nel pomeriggio per incontrare gli eurodeputati e discutere dell’alleanza con i liberali. Nelle stesse ore il bureau del gruppo lib-dem Alde, l’organo cui partecipano i capi delle delegazioni nazionali, si riunirà per discutere dello stesso tema. All’ordine del giorno della riunione del gruppo è iscritta proprio la questione legata all’ingresso dei 5 Stelle, che sarà poi sottoposta al voto di tutti i 68 deputati del gruppo, convocati per domani. Non tutti i componenti di Alde, però, sarebbero favorevoli. A esprimersi pubblicamente contro l’entrata dei 5 Stelle è già stata l’eurodeputata francese Sylvie Goulard, in un intervento sul suo sito internet. “Meglio 12 stelle che cinque”, dice la parlamentale transalpina. Contraria anche l’altra francese Marielle de Sarnez, vicepresidente del gruppo che su Twitter scrive: “Sarebbe un’alleanza empia. Farò di tutto per impedire che succeda”.
Fonti interne al gruppo dei 5 Stelle avevano assicurato che “non ci sono margini che i liberali votino contro la nostra entrata, l’accordo è già completo”. L’entrata dei deputati grillini consentirebbe ad Alde di diventare la terza forza dell’Europarlamento dietro ai popolari del Ppe, che contano 217 seggi, e i socialdemocratici del Pse, che invece possono contare su 189 esponenti. Con 17 eurodeputati, invece, i 5 Stelle, invece, diventano di gran lunga la principale forza dentro ad Alde sia come componente nazionale che come singolo partito.
La bozza di accordo: “Mantenere euro, ma nuova governance” – Per l’ingresso dei grillini nell’Alde esisteva anche una bozza di proposta di accordo, datata 6 gennaio. “L’euro va mantenuto ma non basta, servono una nuova governance”, è uno dei passaggi contenuti dal documento. “Negli ultimi dieci anni – si legge nel testo – la nostra moneta unica ha dimostrato di essere stabile e resistente agli shock esterni, ma non è stata all’altezza nel rafforzare la nostra economia e il raggiungimento della convergenza tra le economie nazionali”. Per questo motivo, prosegue il documento, “abbiamo bisogno di costruire intorno alla moneta comune un sistema che è in grado di assorbire shock economici nella zona euro e che ha bisogno di essere gestito da una nuova governance che deve essere integrata in strutture trasparenti e democratiche”. Insomma nessuna abolizione dell’euro, ma una sorta di check up della moneta unica. L’accordo prevede anche l’appoggio alla candidatura di Guy Verhofstadt alla presidenza del Parlamento europeo. “Una dichiarazione” in tal senso, si legge può, se richiesto, essere pubblicata quando si riterrà opportuno”.
Deputato M5s Borrelli vicepresidente Alde – “È giunto il momento di correggere alcuni dei difetti che lo contraddistinguono – prosegue il testo – Abbiamo anche bisogno di rivedere il modo in cui vengono monitorati i bilanci nazionali, e di introdurre un nuovo codice di convergenza che si concentri sulle riforme significative e garantisca il valore della moneta nella spesa dei servizi pubblici invece che sui numeri di bilancio”. Sempre secondo lo stessa bozza l’eurodeputato M5s David Borrelli, sarebbe dovuto diventare vicepresidente esecutivo del gruppo Alde insieme a Sophie in’t Veld e a Marielle de Sarnez. Borrelli presiederà anche un gruppo di lavoro sulla “democrazia diretta”. Dal documento – composto da 21 punti – si evince che il bilancio del gruppo sarà pienamente integrato solo nel 2018 mentre l’intesa sarebbe stata ratificata l’11 gennaio.
Le polemiche interne per l’adesione a Alde – Nonostante la bozza dell’accordo con Alde, la proposta di passare con i liberali aveva suscitato più di qualche perplessità – per usare un eufemismo – tra i deputati nazionali del M5s. I deputati Carlo Sibilia, Mirella Liuzzi, Michele Dell’Orco e Giuseppe Brescia, per esempio, hanno lanciato l’hashtag #barradritta hanno rilanciato durante tutta la giornata di ieri la loro contrarietà alla confluenza nell’Alde. “La nostra memoria corta non deve averla vinta in scelte del genere! Io preferisco non aderire a nessun gruppo”, aveva detto, invece, la deputata Claudia Mannino, sospesa dal M5S dopo essere finita indagata nell’inchiesta sulle vicenda firme false a Palermo. Quella di finire nei Non Iscritti – cioè il gruppo Misto europeo – era la stessa opzione favorita dal senatore Nicola Morra: “Europa od Italia – aveva detto – siamo nati per essere una rivoluzione culturale prima ancora che politica. Se questo comporta un lungo attraversamento del deserto, non ci sono problemi. La solitudine della marcia non ci spaventa”.
Eurodeputati: “Andare in Non Iscritti? Sarebbe come sparire” – Per gli europarlamentari M5s, però, finire con i Non Iscritti significava “sparire a livello europeo”. “A volte ci sono dei deputati, in questo caso nazionali, che si esprimono senza conoscere bene il funzionamento del Parlamento Europeo”, dice l’europarlamentare Laura Ferrara – Purtroppo questo è il dato di fatto: confondono il gruppo dei non iscritti con il gruppo misto. Anche il meglio soli che male accompagnati: abbiamo chiarito tante volte che equivale a paralizzare la nostra attività e a non poter più portare avanti alcun tipo di iniziativa che possa essere incisiva”. “Ci sono state trattative, quindi penso che ci siano garanzie”, dice invece l’altro europarlamentare Fabio Massimo Castaldo. mentre Ignazio Corrao assicura: “Sosterremo con forza le posizioni del M55 in un gruppo sicuramente non congeniale alle nostre caratteristiche ma grande ed eterogeneo, con una buona componente mediterranea. Dove se saremo bravi guadagneremo la giusta visibilità e possibilità di azione per dare al MoVimento 5 Stelle lo spazio politico che merita anche a livello internazionale”.
Alcuni degli europarlamentari, per la verità, avrebbero preferito rimanere con l’Efdd, come confermato anche dal portavoce del partito di Farage. Alla fine, però, ad avere la meglio è stata l’opzione Alde. Il Movimento 5 Stelle dunque entrerà nel gruppo che nel 2014 gli aveva chiuso le porte, bollandolo come “populista” e “profondamente anti-europeo“. E che è guidato dall’ex premier belga Guy Verhofstadt: lo stesso politico che, appena il 30 luglio del 2015, il blog di Grillo aveva inserito in una lista di 5 “impresentabili al Parlamento Europeo”.
Politica
M5s Europa, sul blog il 78,5% dice Sì a entrata in Alde. Di Maio: “Portiamo avanti battaglie a prescindere da gruppo”
A votare sono stati 40.654 iscritti certificati: 31.914 iscritti hanno optato per il passaggio con Alde. Esisteva anche una bozza di accordo: "No a cancellazione dell'euro, ma nuova governance". Il grillino Borrelli sarebbe dovuto diventare vicepresidente del gruppo. Grillo aveva detto a Farage: "Stima, ma le nostre strade si dividono". Ma lui: "Va con gli eurofanatici"
Sembrava cosa fatta e invece no. A nulla è servito il voto sul blog per “scegliere se e come dare un futuro al M5s in Europa“. Una consultazione proposta a sorpresa, senza che neanche gli europarlamentari ne sapessero nulla, e che alla fine ha raccolto il voto di 40.654 iscritti certificati. Il 78,5% dei votanti, cioè 31.914 persone, ha votato per il passaggio con Alde, 6.444 hanno optato per la permanenza nell’Efdd, mentre 2.296 volevano invece confluire nei non iscritti. Ma, dopo che i liberal-democratici hanno rifiutato un’intesa per l’ingresso dei Cinquestelle nel proprio gruppo all’Europarlamento, è stato tutto inutile. O meglio: il M5s andrà direttamente nel gruppo dei non iscritti, il “gruppo misto” di Strasburgo che però limita – e parecchio – i margini d’azione in termini di iniziative parlamentari, ma non solo.
Di Maio: “Portiamo avanti battaglie a prescindere da gruppo” – Una votazione che era stata accompagnata dalle polemiche, provenienti soprattutto dall’interno del M5s. “La stampa anche oggi parla di Movimento spaccato. Sono sempre quelli che hanno mancato clamorosamente i più grandi avvenimenti politici degli ultimi anni, dalla Brexit, al referendum costituzionale italiano fino a Trump. Applicano schemi del ‘900 alla politica del 2017. Contenti loro”, dice però Luigi Di Maio, dopo la conclusione del voto sul blog. “La democrazia per loro è spaccatura – continua il vice presidente della Camera- Per noi è decisione partecipata. Ho votato nella consapevolezza che dal 2014 il Movimento 5 Stelle porta avanti le sue battaglie storiche sullo sviluppo economico, l’acqua pubblica, la connettività, l’ambiente e i trasporti, anche in Parlamento europeo e lo fa a prescindere dal gruppo di appartenenza“. Dello stesso tenore la dichiarazione della senatrice Barbara Lezzi che al fattoquotidiano.it: “Nessuna incoerenza- dice – Alde ci garantisce piena autonomia ed è quello che ci interessa”.
Grillo a Farage: “Stima, ma strade si dividono”. Lui: “Vai con eurofanatici” – I grillini in ogni caso dicono addio all’Ukip di Farage. Il possibile passaggio con i liberali ha portato il politico britannico ad accusare il leader dei 5 Stelle, reo di essersi unito “all’establishment eurofanatico di Alde, che supporta il Ttip, l’immigrazione di massa e l’esercito europeo ma si oppone alla democrazia diretta”. Secondo il Times, l’Ukip rischia di perdere due milioni di euro di contributi europei dopo l’uscita dei grillini dall’Efdd. Il leader del M5s, invece, usa toni molto più morbidi per congedarsi da Farage. “Caro Nigel le nostre strade si sono divise – si legge in quella che sembra una sorta di lettera pubblicata sul blog – Tu hai ottenuto la vittoria della battaglia principale di Ukip: l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Un risultato epocale che non sarebbe mai arrivato senza la tua leadership. E sono felice che sia arrivato tramite un referendum, massima espressione della volontà popolare. Il M5s invece la sua battaglia deve ancora vincerla e abbiamo valutato di andare in un altro gruppo politico in Parlamento Europeo perché riteniamo di poter affrontare con più concentrazione entrambi, noi e voi, le prossime sfide. Ti auguro il meglio e spero che le nostre strade si incrocino ancora, magari quando sarai ambasciatore del Regno Unito negli Stati Uniti, come ha auspicato il Presidente eletto Trump“.
Domani Alde vota su entrata M5s: deputati francesi contrari – Sia Grillo che Davide Casaleggio sono volati a Bruxelles nel pomeriggio per incontrare gli eurodeputati e discutere dell’alleanza con i liberali. Nelle stesse ore il bureau del gruppo lib-dem Alde, l’organo cui partecipano i capi delle delegazioni nazionali, si riunirà per discutere dello stesso tema. All’ordine del giorno della riunione del gruppo è iscritta proprio la questione legata all’ingresso dei 5 Stelle, che sarà poi sottoposta al voto di tutti i 68 deputati del gruppo, convocati per domani. Non tutti i componenti di Alde, però, sarebbero favorevoli. A esprimersi pubblicamente contro l’entrata dei 5 Stelle è già stata l’eurodeputata francese Sylvie Goulard, in un intervento sul suo sito internet. “Meglio 12 stelle che cinque”, dice la parlamentale transalpina. Contraria anche l’altra francese Marielle de Sarnez, vicepresidente del gruppo che su Twitter scrive: “Sarebbe un’alleanza empia. Farò di tutto per impedire che succeda”.
Fonti interne al gruppo dei 5 Stelle avevano assicurato che “non ci sono margini che i liberali votino contro la nostra entrata, l’accordo è già completo”. L’entrata dei deputati grillini consentirebbe ad Alde di diventare la terza forza dell’Europarlamento dietro ai popolari del Ppe, che contano 217 seggi, e i socialdemocratici del Pse, che invece possono contare su 189 esponenti. Con 17 eurodeputati, invece, i 5 Stelle, invece, diventano di gran lunga la principale forza dentro ad Alde sia come componente nazionale che come singolo partito.
La bozza di accordo: “Mantenere euro, ma nuova governance” – Per l’ingresso dei grillini nell’Alde esisteva anche una bozza di proposta di accordo, datata 6 gennaio. “L’euro va mantenuto ma non basta, servono una nuova governance”, è uno dei passaggi contenuti dal documento. “Negli ultimi dieci anni – si legge nel testo – la nostra moneta unica ha dimostrato di essere stabile e resistente agli shock esterni, ma non è stata all’altezza nel rafforzare la nostra economia e il raggiungimento della convergenza tra le economie nazionali”. Per questo motivo, prosegue il documento, “abbiamo bisogno di costruire intorno alla moneta comune un sistema che è in grado di assorbire shock economici nella zona euro e che ha bisogno di essere gestito da una nuova governance che deve essere integrata in strutture trasparenti e democratiche”. Insomma nessuna abolizione dell’euro, ma una sorta di check up della moneta unica. L’accordo prevede anche l’appoggio alla candidatura di Guy Verhofstadt alla presidenza del Parlamento europeo. “Una dichiarazione” in tal senso, si legge può, se richiesto, essere pubblicata quando si riterrà opportuno”.
Deputato M5s Borrelli vicepresidente Alde – “È giunto il momento di correggere alcuni dei difetti che lo contraddistinguono – prosegue il testo – Abbiamo anche bisogno di rivedere il modo in cui vengono monitorati i bilanci nazionali, e di introdurre un nuovo codice di convergenza che si concentri sulle riforme significative e garantisca il valore della moneta nella spesa dei servizi pubblici invece che sui numeri di bilancio”. Sempre secondo lo stessa bozza l’eurodeputato M5s David Borrelli, sarebbe dovuto diventare vicepresidente esecutivo del gruppo Alde insieme a Sophie in’t Veld e a Marielle de Sarnez. Borrelli presiederà anche un gruppo di lavoro sulla “democrazia diretta”. Dal documento – composto da 21 punti – si evince che il bilancio del gruppo sarà pienamente integrato solo nel 2018 mentre l’intesa sarebbe stata ratificata l’11 gennaio.
Le polemiche interne per l’adesione a Alde – Nonostante la bozza dell’accordo con Alde, la proposta di passare con i liberali aveva suscitato più di qualche perplessità – per usare un eufemismo – tra i deputati nazionali del M5s. I deputati Carlo Sibilia, Mirella Liuzzi, Michele Dell’Orco e Giuseppe Brescia, per esempio, hanno lanciato l’hashtag #barradritta hanno rilanciato durante tutta la giornata di ieri la loro contrarietà alla confluenza nell’Alde. “La nostra memoria corta non deve averla vinta in scelte del genere! Io preferisco non aderire a nessun gruppo”, aveva detto, invece, la deputata Claudia Mannino, sospesa dal M5S dopo essere finita indagata nell’inchiesta sulle vicenda firme false a Palermo. Quella di finire nei Non Iscritti – cioè il gruppo Misto europeo – era la stessa opzione favorita dal senatore Nicola Morra: “Europa od Italia – aveva detto – siamo nati per essere una rivoluzione culturale prima ancora che politica. Se questo comporta un lungo attraversamento del deserto, non ci sono problemi. La solitudine della marcia non ci spaventa”.
Eurodeputati: “Andare in Non Iscritti? Sarebbe come sparire” – Per gli europarlamentari M5s, però, finire con i Non Iscritti significava “sparire a livello europeo”. “A volte ci sono dei deputati, in questo caso nazionali, che si esprimono senza conoscere bene il funzionamento del Parlamento Europeo”, dice l’europarlamentare Laura Ferrara – Purtroppo questo è il dato di fatto: confondono il gruppo dei non iscritti con il gruppo misto. Anche il meglio soli che male accompagnati: abbiamo chiarito tante volte che equivale a paralizzare la nostra attività e a non poter più portare avanti alcun tipo di iniziativa che possa essere incisiva”. “Ci sono state trattative, quindi penso che ci siano garanzie”, dice invece l’altro europarlamentare Fabio Massimo Castaldo. mentre Ignazio Corrao assicura: “Sosterremo con forza le posizioni del M55 in un gruppo sicuramente non congeniale alle nostre caratteristiche ma grande ed eterogeneo, con una buona componente mediterranea. Dove se saremo bravi guadagneremo la giusta visibilità e possibilità di azione per dare al MoVimento 5 Stelle lo spazio politico che merita anche a livello internazionale”.
Alcuni degli europarlamentari, per la verità, avrebbero preferito rimanere con l’Efdd, come confermato anche dal portavoce del partito di Farage. Alla fine, però, ad avere la meglio è stata l’opzione Alde. Il Movimento 5 Stelle dunque entrerà nel gruppo che nel 2014 gli aveva chiuso le porte, bollandolo come “populista” e “profondamente anti-europeo“. E che è guidato dall’ex premier belga Guy Verhofstadt: lo stesso politico che, appena il 30 luglio del 2015, il blog di Grillo aveva inserito in una lista di 5 “impresentabili al Parlamento Europeo”.
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Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Vogliamo essere gli architetti di una nuova democrazia. La grandissima preoccupazione, pensando al tema della geo cultura è che quando la politica si fa guidare dall’economia, diceva Adam Smith, diventa un problema democratico perché l’economia avrà sempre un interesse diverso dalla politica. Se la politica gestisce l’economia stiamo tutti bene. Ho paura del fatto che nelle mani di pochissime di persone c’è il potere economico, praticamente, di tutti, e che non si colga questo pericolo". Lo ha detto Walter Mauriello, presidente nazionale Meritocrazia Italia, oggi a Firenze, chiudendo il focus dedicato alla Geo cultura, in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“Meritocrazia Italia - spiega Mauriello - fa passi in avanti molto improntati in termini di qualità e sostanza, ma il leader deve essere un passo indietro rispetto agli altri, non tanto per umiltà, ma per osservare, vedere le qualità e metterle a servizio del gruppo. La politica che stiamo costruendo è attrattiva, vuole dare la possibilità al debole di parlare e al forte di mettersi in discussione, nel rispetto delle regole che evita manganelli e sanzioni e dà la possibilità di una vita equilibrata e felice. Sull’ambiente, ad esempio la geo cultura è stata distrutta dalla necessità di energia. Certo, non si esclude il nucleare, ma è importante sfruttare tutte le risorse, mentre continuiamo ad andare a prendere" energia in Paesi con petrolio "dove l'egemonia è di pochi. Insieme si può realizzare una grande opera. Questo vale anche per la giustizia”.
“Nel nostro cammino abbiamo incontrato tante persone di qualità - conclude Mauriello - La grande certezza è questo gruppo, di cui pensiamo sempre il prossimo step. Abbiamo da tempo interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica, con il presidente del Consiglio” e Oltreoceano. "Abbiamo l’ambizione di essere noi stessi, per essere un vero cambiamento".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Nel 2025 focus su pacchi, risparmio postale, assicurazioni e offerta luce e gas. Sono le priorità di Poste Italiane, messe in fila dall’amministratore delegato, Matteo del Fante, intervistato da Tg Poste all’alba dei conti del gruppo, che ha chiusto il 2024 con numeri record e obiettivi futuri in rialzo. Ora, “rimaniamo focalizzati sulla logistica, in particolare sui pacchi” ma “resteranno importanti i prodotti di risparmio: quest’anno ricorre il 150° anniversario del libretto postale e il centenario del buono fruttifero. Stiamo studiando con Cassa Depositi e Prestiti delle emissioni per celebrare le soluzioni di risparmio più apprezzate dagli italiani, per un valore di 340 miliardi”; per quanto riguarda la protezione “sarà un anno molto positivo” e per “la nostra offerta di luce e gas il 2025 sarà storico perché ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere il milione di contratti. Al momento Poste Energia conta 700mila clienti, abbiamo ancora lavoro da fare”, ha riferito l’Ad. (Video)
“Questa azienda non produce beni fisici ma offre servizi. Se i nostri colleghi operativi e l’azienda tutta non collaborassero non si raggiungerebbero questi numeri. Quando si ottiene più di quello che ci si aspettava, significa che tutti i colleghi ci hanno messo passione ed è la cosa per noi più importante. Un grazie sulla base di risultati concreti”, ha aggiunto poi Del Fante, riferendosi ai 120mila dipendenti di Poste.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Rispetto al sistema geopolitico non riteniamo che sia assolutamente ragionevole togliere dal patto di stabilità la spesa per le armi. Noi pensiamo a una geopolitica che rimetta al centro l'uomo, rimetta al centro il welfare, rimetta al centro la salute. Questi sono temi che dovrebbero essere tolti dal patto di stabilità”. Lo ha detto Andrea Quartini, deputato M5S, nel suo intervento oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“L'Italia è l'incrocio di tantissime culture, di tantissime lingue, di tantissimi soggetti - argomenta Quartini - Questo rende l'Italia un paese assolutamente particolare. Noi siamo stati i migliori diplomatici del mondo, non a caso. Noi siamo un po' spagnoli, un po' greci, un po' africani, un po' arabi. Questa miscela è straordinaria. Ci può far comprendere quanto è importante il dialogo, quanto si può essere efficaci nella capacità di impostare dei negoziati di pace. Credo che questa forza che l'Italia può esprimere può anche riuscire a far ritornare molti giovani ad occuparsi di politica. E credo che questo sia un tema che ci riguarda nel senso anche di avvicinarsi alle strategie di Meritocrazia Italia. Credo che Movimento 5 Stelle e Meritocrazia Italia su questa linea abbiano molte cose da condividere”.
“Credo fermamente nell'idea di un'Europa che riesce a governare una transizione ecologica - aggiunge Quartini - Quindi, da questo punto di vista, credo ci siano degli aspetti che ci assimilano, che ci possono consentire un dialogo forte. Allo stesso tempo, credo che il tema della pace sia un tema assolutamente importante, rilevante. Sono tre anni che, diciamo, che dobbiamo arrivare a un momento di negoziazione e che probabilmente siamo davvero in ritardo e il prezzo pagato da tanti uomini in Ucraina sia un prezzo troppo alto e poteva essere evitato. Allo stesso tempo riteniamo che si debba farlo in un'ottica di credibilità”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "L'attualità internazionale impone una riflessione. Con determinazione dobbiamo rilanciare quello spirito europeo che l'Italia ha contribuito come Paese fondatore a creare. Dal 1957 i passi in avanti fatti sono stati straordinari, eccezionali, però ora è necessario uno scatto ulteriore. È centrale il tema della difesa, ma in questo ambito le posizioni sono ancora piuttosto articolate all'interno dell'Unione e non è un bene". Lo ha detto Alessandro Battilocchio, deputato Fi, partecipando oggi al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"L'Italia fu uno dei Paesi che prima ancora dei trattati di Roma nel 1954 con De Gasperi lanciò l'idea di una difesa comune - continua Battilocchio - Poi, proprio dalla Francia ci fu una grande frenata. Dopo il trattato di Lisbona sembrava che questo percorso si fosse riavviato con una serie di step previsti che dovranno portare ad una difesa comune, però anche in questo caso, pur in una contingenza difficile, legata alla pandemia, i passi in avanti sono stati assolutamente troppo flebili. Ora il tema è tornato prepotentemente d'attualità e io ritengo che sia importante che si sia aperto un dibattito. Le parole che arrivano da Oltreoceano rappresentano, in questo contesto, una spinta ad accelerare questa discussione".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".