Quando muore un grande uomo si è soliti dire che si tratta di una grave perdita. Ma in questo caso, con la scomparsa di Zygmunt Bauman, la perdita è davvero immensa. Una perdita così grande per la cultura e per il pensiero critico che sarà difficile sostenerla.

Zygmunt era molte cose: un sociologo originale, un filosofo acuto, un saggio dispensatore di buoni consigli e un amico affezionato, sempre disponibile. Un vero maestro che aveva ancora molte cose da dire e che solo il rapido decadimento a cui è andato incontro in questi ultimi mesi gli ha impedito di trasmetterci.

Lascia un testamento di pace e di solidarietà, di comprensione tra gli uomini che è difficile rintracciare al giorno d’oggi. La sua capacità di comprendere la realtà quotidiana attraverso l’idea di “liquidità”, la sua intelligenza vivace, la capacità di parlare delle cose più profonde con un linguaggio comprensibile a tutti restano la sua caratteristica determinante.

Sarà necessario seguire il suo insegnamento se vorremo comprendere la società che ci aspetta nel futuro immediato.

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