Scontro al calor bianco a Omnibus (La7) tra il deputato M5S, Manlio Di Stefano, e il consigliere economico di Palazzo Chigi, Luigi Marattin (Pd). La miccia è innescata dall’accusa di Di Stefano: “Se, ad esempio, il Pd vuole entrare nel Pse, il suo capo politico da solo negozia l’accordo, lo firma ed entra nel Pse”. Marattin non ci sta e ribatte: “La decisione di entrare o meno nel Pse è stata oggetto di dibattiti in direzione Pd in streaming. Noi facciamo ancora direzioni in streaming, voi non più. Il mio partito fa non solo questo, ma sceglie anche i parlamentari con le primarie. Qui sta parlando l’esponente di un movimento, i cui meetup non si possono incontrare. E’ vietato al meetup di Viterbo di fare una riunione col meetup di Rimini”. “Fermate questo delirio“, invoca Di Stefano. Ma il dem rincara: “Siete un movimento politico in cui uno è buttato fuori per decisione del capo. E’ un movimento i cui supposti voti nessuno li vede, né li può contare. E’ un movimento gestito da una società commerciale che si basa su un esercito di troll anonimi che spargono in giro vigliaccate e bugie. E lei si permette di parlare del Pd? I cittadini devono pensarci bene prima di affidare il Paese a gente come questa”. “E’ fantastico” – replica Di Stefano – “perché la direzione del Pd prevede qualche centinaio di persone, da noi ieri hanno votato 41mila persone. Stiamo parlando di un delirio totale. Voi del Pd siete gli stessi che ci avete portato al 20% di disoccupazione, ai tagli della sanità per 13 miliardi, all’aumento del debito pubblico per 66 miliardi, agli accordi che hanno creato questa Europa. Vergognatevi, anziché parlare del M5S”. La polemica coinvolge anche il giornalista David Parenzo, che fa le pulci al movimento, chiedendo lumi su alcuni aspetti delle votazioni. Il deputato M5S parla ancora di “delirio” e il giornalista commenta: “Di Stefano è simpatico come un gatto nel casco”