Sul blog l'attacco al capogruppo Alde: "Dovrebbe solo vergognarsi" perché "da meschino" ha ceduto alle pressioni. Il leader dell'Ukip commenta la nuova intesa: "Continueremo a lavorare insieme nel gruppo Efdd. Divergenze risolte". La fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa del gruppo, attualmente composto da 44 parlamentari. Senza i 17 italiani, ne sarebbero restati solo 27: appena due più del limite minimo di 25
In mattinata la “discussione telefonica” tra Nigel Farage e Beppe Grillo, dal primo pomeriggio la riunione del gruppo. Poi la decisione, comunicata dallo stesso leader dell’Ukip: “Continueremo a lavorare insieme nel gruppo Efdd. Sono felice di dire che tutte le divergenze con il movimento di Beppe Grillo sono state risolte in maniera amichevole”. In serata sul blog il commento del leader M5S: “Abbiamo rinnovato l’accordo, rinunciando alla carica della co-presidenza che fino ad oggi è stata occupata da David Borrelli“. Tradotto: dopo il tentativo dei grillini di convergere nell’Alde, poi fallito per il niet del gruppo liberale ed europeista, i pentastellati rientrano a tutti gli effetti nell’Efdd. E Grillo promette di continuare le consuete battaglie sul “ruolo della moneta unica”, sugli “assurdi trattati internazionali come il TTIP” e sul “superamento del regolamento di Dublino”.
Sul blog l’attacco a Verhofstadt – “Un intero sistema ha tremato – è l’analisi di Grillo – Verhofstadt, che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment”. “Fallito l’accordo con il gruppo Alde, abbiamo rispettato la volontà espressa dalla rete applicando la seconda scelta più votata dai certificati: rimanere nel gruppo Efdd”, scrive il leader dei Cinquestelle. Smentisce l’esistenza di una bozza di proposta di accordo con l’Alde: “Le carte fatte circolare non ci appartengono, non abbiamo firmato nessun contratto, si tratta di un elenco di punti comuni e di contrasto”. E ringrazia David Borrelli per aver “portato avanti una trattativa per cercare di rendere più efficace la realizzazione del nostro programma, che continueremo a portare avanti in Efdd”.
Farage: “Chi ha tradito, paga” – Nella riunione odierna, oltre agli europarlamentari pentastellati, era presente anche Farage. Il leader dell’Ukip, secondo testimonianze interne, dopo aver annunciato la sua conversazione con Grillo, aveva sottolineato che i “matrimoni finiscono” ma che “si possono anche ristabilire”, sempre “se chi ha tradito, paga”. L’uscita formale dei 17 eurodeputati del M5S avrebbe comportato per i grillini la perdita di personale (circa una ventina di funzionari di gruppo), l’esclusione dell’accesso alle cariche nelle Commissioni parlamentari e il potere di influenza sui principali dossier.
La sopravvivenza dell’Efdd – Al tempo stesso, però, la fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa del gruppo Efdd, attualmente composto da 44 parlamentari. Senza i 17 italiani, ne sarebbero rimasti solo 27: appena due più del limite minimo di 25 (in rappresentanza di sette diverse nazionalità) ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare. Anche l’Ukip avrebbe quindi rischiato di ritrovarsi nel novero dei non inscritti. Per questi elementi, quindi, Farage e i componenti del gruppo hanno deciso di riaccogliere i grillini. L’opzione di restare nell’Efdd, del resto, era la seconda più votata sul blog (dopo l’entrata in Alde), mentre l’ipotesi di entrare tra i ‘non iscritti’ era la terza preferenza espressa dalla Rete.
Il programma M5S in Europa – “Il nostro programma non cambia di una virgola e non sarebbe cambiato con l’ingresso in un altro gruppo”, ribadisce Grillo nel suo lungo post, elencando poi “un compendio delle battaglie che abbiamo combattuto continueremo a combattere in Europa“. Il primo punto riguarda l’Euro, “un sistema che ha generato surplus a favore della Germania. La moneta unica deve essere sottoposta a un referendum popolare”. Poi le battaglie politiche contro “assurdi trattati internazionali come il TTIP, il CETA e il conferimento del MES alla Cina”. Per quanto riguarda il problema immigrazione, il M5S vuole “il superamento del regolamento di Dublino“.
“No” alle sanzioni alla Russia – Grillo si schiera anche contro le sanzioni a Putin: “La Russia è un partner economico e un alleato contro il terrorismo, non un nemico. Il Movimento 5 Stelle si è battuto e si batte per la cancellazione immediata delle sanzioni alla Russia che causano perdite miliardarie alle nostre piccole e medie imprese, comportando anche la perdita di migliaia di posti di lavoro”. È l’ultimo punto del “compendio”: prima sono evidenziati altri temi, dalla “piena transizioni energetica” alla battaglia “contro la commercializzazione di Ogm” e “di pesticidi pericolosi”, ma anche la ” priorità assoluta ai temi della rete e dello sviluppo tecnologico”.