Il direttore sanitario e i primari di pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale di Nola sono stati sospesi dall’Asl Napoli 3 Sud dopo che nei giorni scorsi alcuni pazienti sono stati assistiti non sulle barelle né sui letti, bensì sul pavimento. Una decisione dovuta al sovraffollamento del pronto soccorso nel weekend di Epifania e che proprio il direttore sanitario aveva rivendicato: “Meglio così che niente” aveva spiegato Andreo De Stefano, ora sospeso insieme ai colleghi Andrea Manzi e Felice Avella. Secondo l’Asl la sospensione era dovuta “perché c’è stato un difetto di comunicazione – spiega la manager dell’azienda sanitaria Antonietta Costantini – Se avessero avvertito avremmo potuto mandare altre barelle, altri aiuti”. “Bisogna intervenire correttamente – ha aggiunto – Il presidente della Regione De Luca non se l’è presa con i medici ma con i responsabili del presidio”.

In realtà per i medici dell’ospedale di Nola arriva la difesa (non d’ufficio, ma convinta) del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Secondo il ministro i medici “sono eroi che hanno fatto il loro lavoro”, ma in Campania ci sono problemi amministrativi. “Ho chiesto – aggiunge la Lorenzin – un resoconto dettagliato ai commissari di governo che arriverà nel pomeriggio, i Nas sono già andati ieri e hanno già verificato che ci sono problemi organizzativi. Mi aspetto dalle autorità preposte della Campania che lavorino sull’attuazione dei piani. Non bisogna fare cose eccezionali, bisogna fare cose normali”. Dunque “i medici hanno fatto il proprio dovere, non vedo che responsabilità possano avere. Qua se ci sono responsabilità sono a livello apicale, a livello di Asl e 118, del perché non funziona il territorio”. Piuttosto “la Campania deve cambiare passo – dice – Ha tutti gli atti amministrativi fatti e ora deve solo farli attuare”.

Per il ministro “medici, infermieri e operatori che lavorano nei pronto soccorso dei grandi ospedali italiani siano degli eroi che fanno il loro lavoro e quando arriva un malato hanno il diritto e il dovere di curarlo. Ritengo invece che vedere i pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio perché nella Regione Campania i piani e gli atti amministrativi sono stati fatti, le reti sono state disegnate, poi sta a chi le deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene. Fra l’altro le crisi dovute ai picchi influenzali le conosciamo con grande anticipo, il sovraffollamento dei pronto soccorso durante le feste è un tema conosciuto quindi il tempo per organizzarsi c’è”. Una linea tenuta, da un’altra prospettiva, dal sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, secondo il quale il “cronico, e non occasionale o stagionale, collasso dei pronto soccorso è solo la conseguenza di una politica di sottrazione progressiva ed inesorabile di risorse umane ed economiche alla Sanità pubblica” e “l’emergenza nei PS è ormai un dato strutturale della sanità italiana”.

Su quanto è accaduto è intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.  A radio Kiss Kiss Napoli ha detto che la dignità dei medici “la difendono quelli come me che hanno intenzione di perseguire fino all’ultimo le responsabilità laddove ci sono” e non c’è bisogno di “manifestazioni di solidarietà pelosa. I medici sanno che hanno tutto il rispetto e la gratitudine delle persone perbene”.  Il Commissario alla Sanità ha aggiunto che “quelli che devono essere chiamati a rispondere saranno i responsabili e non coloro che hanno cercato di fare l’impossibile per dare una mano ai pazienti che si sono riversati nel pronto soccorso”. “La contestazione che è stata fatta – ha precisato il presidente della giunta regionale – è quella di non aver provveduto ad organizzare per tempo soluzioni alternative, di non aver avuto la prontezza e la capacità organizzativa per gestire una emergenza”.

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