Il presidente del Consiglio, sottoposto all'operazione alle coronarie, rimarrà in ospedale per qualche giorno. Nel pomeriggio ha twittato: "Grazie dell’affetto e degli auguri. Medici e personale sanitario bravissimi. Sto bene. Presto torno al lavoro"
Malore per il premier Paolo Gentiloni al rientro da Parigi, dove martedì aveva incontrato Francois Hollande. Il capo del governo è stato costretto a recarsi al Policlinico Gemelli, dove è stato sottoposto a un piccolo intervento, un’angioplastica per il posizionamento di uno stent a un vaso periferico. L’operazione chirurgica è perfettamente riuscita, Gentiloni sta bene e ha scritto su Twitter: “Grazie dell’affetto e degli auguri. Medici e personale sanitario bravissimi. Sto bene. Presto torno al lavoro”. “Di fronte alla salute non c’è competizione che tenga. Si riprenda presto, Paolo Gentiloni!”, ha twittato il deputato del Movimento 5 stelle Danilo Toninelli. Sempre sul social network gli auguri di Emanuele Fiano, deputato Pd, e del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Secondo Michele Gulizia, cardiologo e presidente dell’Anmco, l’associazione dei cardiologi ospedalieri, potrebbero essere stati l’influenza o un particolare stato di stress a provocare il malore che ha colpito il premier. Gulizia sottolinea come l’intervento di angioplastica ai vasi periferici sia relativamente semplice e preveda una convalescenza di 48 ore. “Si fa da svegli – spiega – l’anestesia è locale nel punto di puntura, che è o una arteria del braccio o della gamba. Una volta effettuato al paziente viene dato un farmaco antiaggregante che tende a mantenere fluida la circolazione. Generalmente dopo una angioplastica dopo 48 ore si può tornare al lavoro“.
“L’angioplastica è la dilatazione attraverso un palloncino di una arteria che improvvisamente ha un’ostruzione totale o parziale che può essere legata alla formazione di un trombo – spiega l’esperto – In questo caso sappiamo che l’intervento ha riguardato dei vasi periferici, che possono essere cardiaci o degli arti, superiori o inferiori. A provocarla può essere stato uno stato di iperaggregazione, cioè una maggiore tendenza del sangue a coagulare, che può manifestarsi perché il soggetto è stressato, beve poco, o ha dei fattori genetici che predispongono a questo fenomeno. Non dimentichiamo che sta imperversando l’influenza, la malattia infiammatoria per eccellenza, e le malattie infiammatorie possono destabilizzare patologie cardiache o di arterie facendo precipitare la coagulazione e favorendo eventi come questo”.