Un corso universitario di educazione civica e Costituzione che vedrà sui banchi Imam, Pope e ministri di culto delle più diverse religioni che in questi anni si sono diffuse in Italia con l’immigrazione. Il progetto, il primo di questo tipo nel nostro Paese, non poteva che nascere a Ravenna, città da 2000 anni affacciata a Oriente e crocevia di genti. Ma anche la città che negli ultimi anni è finita al centro delle cronache giornalistiche per dei casi di radicalizzazione islamica. Prima le storie di alcuni foreign fighters o aspiranti tali, residenti a Ravenna e dintorni, partiti a combattere per il sedicente Stato islamico in Siria o Iraq o fermati poco prima che riuscissero a espatriare. Infine, l’ultimo caso, venuto a galla appena pochi giorni fa, è quello di un 26 enne tunisino da tempo in Romagna, espulso dall’Italia su ordine del ministro dell’Interno Marco Minniti. Sul profilo social del ragazzo parole inquietanti: “Sono indeciso se fare il bravo o fare una strage”; oppure “sei divina come una macchina degli sbirri che brucia”.
“Di certo non saranno queste persone a venire ai nostri corsi. La stragrande maggioranza dei musulmani sono persone perbene. Ma soprattutto non ci saranno solo Imam, ma anche rappresentanti di altre religioni: pensiamo solo a quanti cristiani ortodossi risiedono in Italia”, spiega a ilfattoquotidiano.it la professoressa Federica Botti, che insegna Diritto ecclesiastico all’Università di Bologna, e che sarà coordinatrice del progetto. A bandirlo era stato proprio il Viminale, che per queste lezioni ha stanziato circa 90mila euro: “I corsi serviranno a spiegare i principi democratici: i diritti, ma anche i doveri sanciti dalla nostra Costituzione”.
Le lezioni, che si terranno principalmente a Ravenna e il cui calendario sarà pronto già nelle prossime settimane, saranno organizzate in diversi moduli a seconda delle materie (diritto, sociologia, religione e così via). A lezione si parlerà di cose molto pratiche: “Per esempio – aggiunge la professoressa Botti – delle procedure necessarie all’apertura di un centro di culto. Ma anche di valori più simbolici: si promuoverà il dialogo fra le diverse religioni e la tolleranza”. I partecipanti al corso verranno informati sui principi costituzionali in materia di libertà religiosa e di coscienza, rispetto dei diversi culti e dei non credenti, libertà di celebrare i riti della propria religione e obblighi di legge da rispettare.
Era stata la Fondazione Flaminia di Ravenna, un ente privato che finanzia la sede ravennate dell’Università di Bologna, a partecipare al bando del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero. La gestione del corso, diretto dal professor Giovanni Cimbalo vedrà coinvolte oltre all’Università di Bologna, le università di Calabria, Salerno, Bari, Pisa e Firenze e gli ‘studenti’ dovrebbero arrivare da ogni parte d’Italia. “I docenti saranno italiani ma con esperienze internazionali, che li rendono capaci di rapportarsi con persone di altre culture”, conclude la professoressa Botti.