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Tilikum, muore l’orca più famosa del mondo. Come si può tenere un animale così in cattività?

Ora che non c'è più la piangono tutti, addestratori e animalisti. Sei tonnellate di peso, sette metri di lunghezza, pinne da oltre due metri l’una, l’orca maschio più imponente al mondo in cattività era stata catturata nel novembre del 1983 al largo delle coste islandesi quando aveva solo due anni. Nel gennaio 1992 era giunta infine nel parco statunitense dove ha trascorso i rimanenti 24 anni della sua grama vita

di Davide Turrini

Addio Tilikum. La popolare orca del parco di divertimenti acquatico SeaWorld di Orlando, in Florida, non ce l’ha fatta. L’infezione polmonare progressiva che l’aveva colpita da sei mesi l’ha infine uccisa. E ora che non c’è più la piangono tutti, addestratori e animalisti. Sei tonnellate di peso, sette metri di lunghezza, pinne da oltre due metri l’una, l’orca maschio più imponente al mondo in cattività era stata catturata nel novembre del 1983 al largo delle coste islandesi quando aveva solo due anni. Nel gennaio 1992 era giunta infine nel parco statunitense dove ha trascorso i rimanenti 24 anni della sua grama vita: da regina degli oceani a clown per un pubblico instancabile e ridanciano, dagli spazi infiniti del mare alle vasche SeaWorld di qualche decina di metri quadrati. Adesso però non le toccherà più tenere sul muso o sulla groppa gli addestratori umani che mettono tanta allegria in bimbi e genitori. O ancora ascoltare come un automa l’ “hop” intimato con gioia e via un saltello sul bordo della piscina a fingere di fare la foca o a mimare una “risata” di contentezza. Tilikum è finita per essere l’emblema universale della costrizione animale all’interno degli schemi artificiali degli uomini. Un po’come gli orsi polari del Central Park di New York o quelli ancora più sfortunati dello Zoosafari di Fasano in Puglia: qualche effimera boccata d’ossigeno durante l’inverno e poi la sofferenza totale al caldo estivo ovviamente costretti in gabbie grandi come trilocali.

“Mentre oggi è un giorno difficile per la famiglia SeaWorld, è importante ricordare che Tilikum ha vissuto una lunga e ricca vita con noi ispirando milioni di persone a prendersi cura di questa specie sorprendente”, hanno spiegato dalla Florida i contriti gestori del parco acquatico. “Non posso essere triste in questo momento per la sua morte, perché dopo più di tre decenni ‘Tilly’ ha finalmente concluso le sue sofferenze”, ha ribattuto dal sito dell’Independent Mimi Bekhachi, direttrice dei programmi internazionali di Peta. “No, quello che sento è rabbia. Perché la morte era l’unico modo in cui Tilikum poteva sfuggire alla sua infernale esistenza di infiniti esercizi in un piccolo spazio d’acqua”. Oltre ad essere stata usata come produttore di sperma per procreare ben 21 discendenti in quel della Florida, l’orca Tilikum nel corso della sua permanenza a SeaWorld ha ucciso tre persone: un addestratore a Sealand Of The Pacific nel 1991; una persona entrata abusivamente a SeaWorld durante la notte nel 1999; e infine l’addestratrice Dawn Brancheau nel 2010. Eppure, nonostante, la brutalità di queste morti Tilikum non è mai stata additata come il diavolo, o come l’orca assassina di quel film che nel 1977 Dino De Laurentiis si affrettò a produrre sulla falsariga de Lo Squalo senza però sortire gli stessi effetti al box office.

Tilikum ha messo il mondo intero di fronte alla sua verità, alla realtà di Shamu (lo show di SeaWorld ndr) Uno spettacolo che l’ha separato dalla famiglia, condannato alla cattività, alla noia e una patologia cronica, come a subire la violenza di altre orche e ad aggredire gli addestratori)”, ha spiegato in un articolo sul National Geographic, Tim Zimmermann che scrisse un articolo – Diary of a killer – proprio sugli “omicidi” di Tilly. “Era così facile empatizzare con Tilikum che pochi nel pubblico o nello staff di SeaWorld sono riusciti ad arrabbiarsi o prendersela con lui per la morte di Brancheau. (…) John Hargrove, che lavorava come addestratore senior a SeaWorld Texas quando Brancheau è morta, racconta che la maggior parte degli addestratori -inclusi gli amici più stretti di Brancheau- hanno fatto il possibile per prendersi cura di Tilikum anche dopo l’incidente.

‘Eravamo dispiaciuti per lui, perché sapevamo che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Che sarebbe stato più isolato, con meno contatto e interazioni. Non volevamo fosse trattato come un mostro ma con dignità e rispetto, ogni giorno”. Strana questa sensazione ricorrente di fronte al “mostro” segregato per decenni a SeaWorld. Anche Gabriela Cowperthwaite, la regista del documentario Blackfish (2013), che si occupò del caso Tilikum ebbe a dichiarare: “Quando ho iniziato a fare le riprese Tilly mi terrorizzava. Lo vedevo nei miei incubi. Solo quando ho appreso della sua cattura e conosciuto la sua vita in cattività, allora ho iniziato a capire la profondità di questa tragedia così complessa”. La stessa Cowperthwaite è intervenuta poche ore fa dopo la morte di Tilikum attaccando proprio il “nuovo corso” più “educativo” di SeaWorld rispetto agli spettacoli con le orche: “Siamo onesti, la cosa più educativa che possono dire dei loro spettacoli è che l’orca è del tutto inadatta per la cattività”.

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