Il giorno prima del massacro Salvatore Vincelli chiamò l'istituto, forse da questo episodio - secondo gli inquirenti - è nata la lite che ha fatto maturare la decisione di eliminare i genitori. Il legale, però, spiega che la ragione deriva da un rapporto con la famiglia complesso. E aggiunge: "Il ragazzo è sconvolto e pentito". Dopo gli omicidi i due amici giocarono alla playstation
Una telefonata del padre alla scuola per accertarsi del suo andamento scolastico. Sarebbe stato questo l’innesco che ha fatto detonare l’odio, maturato in un rapporto complesso e difficile, che il 16enne provava nei confronti dei genitori, Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, massacrati a colpi d’accetta nella loro villetta di Pontelangorino, nel Ferrarese, dal ragazzo e dal suo amico del cuore, un 17enne che ha accettato di dargli una mano con la promessa di ricevere in cambio mille euro, 80 dati in anticipo. I due domattina compariranno davanti al giudice per l’udienza di convalida del fermo.
Roberto Manzoli, vicepreside dell’Iti di Codigoro, dove l’adolescente studiava con scarsi risultati, ha confermato al Tgr Rai che il giorno prima della mattanza Salvatore Vincelli aveva telefonato alla presidenza: “Avrebbe dovuto richiamare la mattina dopo, per vederci – ha detto – ma evidentemente era già successo tutto”. L’episodio rafforza l’ipotesi che il movente sia legato ai litigi tra il 16enne e i genitori per i suoi scarsi voti.
I genitori, entrambi naturali (Vincelli, che aveva un altro figlio da un precedente matrimonio a Torino dove l’altro ragazzo vive, non è patrigno del sedicenne, come qualche vicino aveva raccontato ieri), erano seccati del suo scarso impegno e dei suoi risultati. Con la presidenza dell’Iti cercavano di trovare un percorso alternativo per il ragazzo, che viveva in una sorta di dependance della loro villetta. Gloria Bacca, avvocato difensore del ragazzo, a ilfattoquotidiano.it dice che “il ragazzo è pentito e sconvolto”. E sottolinea che il duplice omicidio “non è stato causato dai brutti voti a scuola, o almeno non solo da quello. Viveva una situazione difficile e un rapporto complesso con la famiglia”.
Ma forse è proprio dopo una lite per quella telefonata, che il 16enne ha maturato la decisione definitiva di uccidere papà e mamma. Così, insieme all’amico che ha materialmente commesso gli omicidi, ha messo in piedi un piano balordo per inscenare una rapina finita male e si è sbarazzato dei suoi. Subito dopo i due si sono messi a giocare alla playstation. Con la stessa velocità con cui si passa da un videogioco noioso a uno più divertente.